Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno
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1995
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pagina
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562
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562 Carlo Vischedda
gli su un colloquio a tre a Valeggio, Fll luglio 1859, poco dopo l'incontro degli imperatori di Francia e d'Austria a Villafranca. Narrava il principe nel suo Journal di quei giorni: L'Empereur me fait part de-vant le Roi de Sardaigne de ce qui s'est passe avec l'Empereur d'Au-triche : tra i vari punti d'intesa discussi e in gran parte concordati era compreso il progetto di una confederazione dei vari stati italiani sotto la presidenza onoraria del papa, che Francesco Giuseppe aveva accettato affermando in proposito che pour la Vénétie l'Empire d'Autriche se trou-vera vis-à-vis de l'Italie dans une position analogue à celle du Roi de Hollande, membre de la confédération germanique, pour le Luxembourg . La conclusione della cronaca vale quale conferma del suggerimento di Omo-deo: L'Empereur semble demander conseil au Roi de Sardaigne et à moi, mais je crois voir que son parti est pris en faveur de la paix. Le Roi de Sardaigne ne fait aucun effort pour l'en dissuader: il a mème l'air satisfait .36) È innegabile che la tacita accettazione, da parte di Vittorio Emanuele II, della paix non era un armistizio, una tregua d'armi in attesa della ripresa delle ostilità, ma potenzialmente una pace, pur sotto forma di un accordo preliminare a quel fine comportava anche l'accettazione della confederazione {non solo volle la pace, ma firmava anche la confederazione). Da ciò l'eccitazione di Cavour, sgomento dinanzi alla prospettiva di un futuro patto confederale italiano che avrebbe rafforzato il peso della presenza del dominio austriaco nella penisola.37*
In seguito accolsero l'integrazione del brano di Massari proposta da Omodeo anche Piero Del Negro in un saggio dedicato al tema di Villa-franca,3S) e non poteva mancare soprattutto quella di Rosario Romeo nella sua biografia cavouriana, il cui autorevole giudizio stimo sia opportuno citare testualmente: m A nostro avviso, l'integrazione è indispensabile: il
II carteggio Cavour-Nigra dal 1858 al 1861, a cura della Commissione Editrice, Bologna, 1926, voi. II, pp. 237-238. Il principe Napoleone inviò il journal al suocero Vittorio Emanuele II con una lettera del 2 agosto 1859 in cui gli raccomandava il segreto {ibidem, II, pp. 236-237). Il re, in risposta, verso la fine di agosto gli spedì un suo resoconto degli eventi di quei drammatici giorni, e in una lettera alla figlia Clotilde, del. 25 settembre, la pregò di raccomandare al marito di non pubblicare il journal, perché, qualora avesse deciso di dargli pubblicità, avrebbe voluto fare alcune osservazioni {Le lettere di Vittorio Emanuele II, raccolte da FRANCESCO COGNASSO, Totano, 1966, I, pp. 557, 558, 561, 575). Il 6 ottobre il principe lo rassicurò, e nel contempo lo invitò a comunicargli le precisazioni promesse (Carteggio Cavour-Nigra, cit., H, p. 256).
37> Già il 14 luglio, tre giorni dopo rincontro di Villafranca, Massari annotò: Cavour pregò il Re di non accettare la confederazione, a non compromettere in tal guisa l'avvenire della Casa Savoia (G. MASSARI, Diario, p. 300).
PIERO DEL NEGRO, Villafranca: la leggenda di un re nazionale, in Critica storica, 1967, pp. 20-57.
> ROSARIO ROMEO, Cavour e il suo tempo (1854-1861), Bari, 1984, p. 616, nota 136.