Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <566>
immagine non disponibile

566
Fausto Fonti
la Morelli non ha enfatizzato la statura di Domenico Farini, che certa­mente non fu un protagonista sulla scena dell'Italia risorgimentale e post-risorgimentale, ma ha ricordato che egli ebbe un ruolo non irrilevante nella storia parlamentare del secolo scorso e seppe ascoltare e narrare con precisione5) quanto si svolgeva ai vertici dello Stato italiano. In ogni caso è indubbio che la piena comprensione di una fonte è possibile sol­tanto attraverso una buona conoscenza del suo autore, della sua personalità e della sua biografia: perciò è utile fare ricorso anche a quanto la cura­trice del Diario di fine secolo ha scritto sul personaggio Farini.
Nella "Prefazione del 1942 Emilia Morelli vedeva tutta la visione po­litica di Domenico Farini basarsi su tre direttrici fondamentali: Unità, Monarchia, Parlamento .6) Anche nell'articolo del 1962 ricorda che quelle erano, per Farini, le condizioni di esistenza dell'Italia: tolto uno dei tre termini egli scriveva cadono gli altri ;7) ma ora la studiosa è più precisa riguardo alla collocazione partitica di lui: Era, non bisogna mai dimenticarsene, un uomo di sinistra, di quella Sinistra costituzionale della quale aggiungeva ora, forse, si trascura troppo spesso l'esi­stenza, per dare maggiore importanza all'ala estrema .8>
Era questa un'osservazione ben fondata perché, se è vero che dal 1945 l'attenzione della storiografia italiana, da tempo orientata soprattutto verso la politica estera e coloniale, si era decisamente volta allo studio dei partiti politici, è altrettanto vero che l'interesse principale della nuova storiografia era concentrato sulle forze ideologiche e sociali che, nell'Italia postunitaria, si erano opposte alla classe politica liberal-nazionale e laici­sta, forze che, nella loro crescente espressione politica, erano quasi esclu­sivamente extraparlamentari, ben esigua essendo, anche alla fine del se­colo, la loro presenza all'interno dell'Italia legale. In questa, cioè nell'am­bito della classe politica, la dialettica fondamentale resta in realtà quella fra i grandi partiti della Destra e della Sinistra, ai quali fanno riferimento anche i gruppetti dei Centri e delle Estreme. Una forzatura deve essere quindi considerata quella di gran parte della nostra storiografia, che ha di molto attenuato i contrasti, che furono invece reali, fra Destra e Si-
della Camera (1878-1884), ivi, 1966, pp. 639-676; D.F. presidente del Senato, ivi, 1967, pp. 321-359, utilizzando ampiamente il diario e le altre carte del Museo Cen­trale del Risorgimento.
Credo che sia vero quanto, in merito, afferma Farini in un brano del diario dei 1899, che citerò in seguito; personalmente ho potuto notare come vi sìa sostan­ziale, e spesso anche formale, corrispondenza fra quanto è nel diario di Farini e quanto risulta dagli appunti di Crispi.
6> D. FARINI, Diario, I (1891-1895), cit., pp. 12-13.
7> E. MORELLI, Il diario dì D. F., cit., p. 9.
*> Ivi, j>. 6.