Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno
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1995
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pagina
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568
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Fausto Fonzi
Quale fu dunque l'atteggiamento di Domenico Farini nei confronti della Destra? Del partito cioè del quale il padre, cui fu molto legato, era stato uno dei massimi esponenti? Emilia Morelli, che ben conosce gli uomini che fecero l'Italia , scrive che egli portava in sé ancora viva e palpitante l'esperienza del padre suo, quasi a dare l'impressione, a volte, di trovarsi di fronte ad una persona sola .9) Il Diario però documenta un atteggiamento nettamente ostile nei confronti della Destra e di quasi tutti i suoi esponenti. Tale atteggiamento, che può apparire come un rinnegamento totale delle posizioni paterne, può essere spiegato anche tenendo conto del rancore accumulatosi in Domenico per il comportamento non sempre amichevole di uomini della Destra nei confronti di Luigi Carlo Farmi.103 Va però aggiunto che la collocazione a Sinistra dell'eminente parlamentare di fine Ottocento non si fonda certamente soltanto su risentimenti personali o familiari, ma soprattutto su forti convinzioni e saldi legami di partito.
Certo è che colui che forse ha cercato sempre di essere imparziale nel dirigere prima la Camera dei deputati e poi il Senato (che più volte gli confermò la fiducia), non riesce a nascondere, nel proprio diario, quelli che non sono soltanto risentimenti nei confronti di singoli,11* ma personali orientamenti politici, che lo portano, particolarmente quando vi è
*> Ivi, p. 5. In più occasioni D. Farini accosta la sua sorte a quella del padre. Cosi, quando, pur abitando da cinquanta anni nella provincia di Novara, non è chiamato a presiedere il gruppo dei senatori novaresi alla commemorazione della famosa battaglia, scrive con rammarico: È la conferma di ciò che a me, come a mio padre, è capitato. Vissuti raminghi in varie città e Provincie d'Italia, nessuna, nemmeno quella dove posammo, ci tenne, ed ha per proprio. Di che avvenne che, a beneficio della nostra riputazione, per -la fama di mio padre, non vibrò, non vibra spirito municipale, E solo che tuttora potentemente aliti ed agiti fin. Italia. Ma conclude con orgoglio: Meno male che questa disgrazia mi reca una grande fortuna: quella di potere giudicare e parlare di ogni cosa astraendo dallo spirito, dai pregiudizi, dagli interessi di campanile, mosso soltanto dal sentimento dell'italianità!! (17 marzo 1899, pp. 1459-1460 del Diario di fine secolo, che cito qui una volta per tutte: in seguito indicherò soltanto data e pagine).
10) Confronta quanto lo stesso D. F. dichiarò a Gaspare Finali, che fu tra i moderati stupiti e indignati perché, eletto con i loro voti, egli andò subito a sedersi, nel 1864, sui banchi della Sinistra (G. F., Commemorazione di D.F., che cito da D.F. nel parlamento italiano con lettere e documenti inediti, a cura di G. TREVISONNO, voi. I: Camera dei deputati (1865-1869), Roma, Forzani, 1904, pp. XX-XXI).
J1) Si possono certamente (riconoscere degli elementi di rancore, di invidia, di concorrenza di Farini nei confronti di un Giuseppe Biancheri o di un Giuseppe Saracco, dei parlamentari cioè che gli succedettero, alla presidenza della Camera il primo, nei 1884, a quella del Senato il secondo, nel 1898; ma non si può negare che le posizioni'politiche tanto di Biancheri quanto di Saracco siano state generalmente assai distanti da quelle di Farini, che rimproverava ad entrambi inclinazioni moderate, oltre che forti.ambizioni personali.