Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <570>
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Fausto Fonti
piuttosto benevolo nei confronti di Nicotera, che il presidente del Senato appre2za, almeno per alcuni aspetti, e difende anche in colloqui col re e con ministri e parlamentari, spesso assai diffidenti o palesemente ostili all'uomo politico calabrese.16)
Le posizioni dell'autore del "Diario ài fine secolo sono certamente vi­cine a quelle di Crispi, ma non mi sembra che egli possa ascriversi fra i semplici gregari del siciliano. Più che un pedissequo seguace del partito personale di Crispi, Farini deve essere considerato, a mio parere, come un uomo della Sinistra costituzionale, che a questo ampio partito di mag­gioranza parlamentare è costantemente fedele,175 anche se può incontrarsi a volte con singoli uomini della Destra o del Centro, come dell'Estrema Sinistra, che gli siano personalmente simpatici e condividano alcune sue idee.
Considerando gli anni per i quali disponiamo del suo diario, pos­siamo escludere che Farini sia stato mai all'opposizione, ma escludere an­che che qualche governo di quel periodo abbia ottenuto in ogni momento il suo pieno e incondizionato favore. Direi piuttosto che, di fronte ad ogni governo, egli manifesta una più o meno accentuata simpatia per i ministri di Sinistra ed una più o meno accentuata diffidenza e antipatia per quelli di Destra.
16) Già il 1 febbraio 1891, al re che gli chiede quali caporioni consultate nella crisi di governo, risponde: Budini, Bonghi, Nicotera. Re: "Nicotera coi suoi cinque". Io: "Coi suoi venti" (p. 4). Farini registra con piacere l'ingresso di Nicotera nel governo e la sua tendenza ad introdurre nel Ministero qualche suo amico politico e a riaccostarsi a Crispi; il 14 marzo 1892 scrive: Il Re, su dì un mìo cenno, am­mette che Nicotera si è molto corretto e che vuole rimanere ministro dell'Interno (p. 68). Restano però la diffidenza e l'antipatia del re nei confronti di Nicotera: Il Re scrive Farini il 17 aprile 1892 narra che Giolitti rifiutò di entrare nel ministero non volendo stare con Nicotera che non stima [...]. Del barone [il re] ha piena la disistima, che -inette in bocca a Giolitti per un ministro nel cui ministero tutto si compra e si vende (pp. 74-75). Anche brani come questo non rivelano, a mio parere, che Farini fosse avverso a Nicotera, come ritenne invece Emilia Morelli (D. Ferini, in AA.W., Il parlamento italiano, cit., p. 415).
W Direi che egli fu generalmente inoline all'intransigenza (tanto nei confronti della Destra quanto dell'estrema Sinistra) e fu nel complesso, nella sostanza se non nella forma, fedele a quanto dichiarò, nell'agosto 1873, all'amico Gaspare Finali: Non volli mandarti congratulazioni polla tua elezione a Ministro; che, militando noi in campo opposto, temei sapesse di ipocrisia o di frase volgare la contraddizione fra i sentimenti dell'amicizia e i giudizi della politica [...] né accetterò mai ufficio civile o militare se non dalla parte politica con la quale sto. Imperocché io consideri ogni distacco o compromesso individuale non utile alla cosa pubblica, dannoso a chi vi si abbandona, corruttore del senso morale delle popolazioni. Il giorno in cui io repu­tassi cancellare il mio nome dalla parte cui appartengo, mi ridurrei a vita privata; tviiando evoluzioni che io, soldato, giudico diserzioni (D. F. nel parlamento italiano, cit., voi. II: Camera dei dep. (1870-1873), Roma, 1905, pp. 243-244).