Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno
<
1995
>
pagina
<
576
>
576 ul Fausto Fonti
che la dinastia guerriera dei Savoia non potrà mai rinnegare se stessa senza perdere prestigio e forza all'interno e all'estero,335 ed è infine la preoccupazione per l'Unità politica nazionale, che potrà essere conservata soltanto se l'Italia sarà ed apparirà militarmente valida, capace di resistere alle pretese del Papato e di quanti potranno sorgere in suo favore. ]
Appare qui evidente come sabaudismo e militarismo nascano anche dalle salde convinzioni di Farini circa uno strettissimo legame fra questioni di politica interna e questioni di politica estera. La sua visione sostanzialmente angusta e rigida in politica interna (fino all'ultimo egli vuole difendere la cittadella liberale, borghese e laicista, non soltanto escludendo reazionari e rivoluzionari, ma pure tenendo lontani dal potere, e perfino dal Parlamento, cattolici nazionali, moderati e radicali) si collega, soprattutto in relazione alla Questione Romana,35 ad un altrettanto rigido triplicismo oltranzista, che salvi l'Italia laica, monarchica, e fortemente unitaria, dai pericoli ideologici, prima ancora che propriamente politici, che possono derivare da modifiche della politica estera. In tutto l'ultimo decennio del secolo egli si mostra quindi allarmato per il formarsi, in seguito al ralliement, di una potente nuova Triplice,365 o Quadruplice375 e perciò si oppone ad ogni accostamento alla Francia, che comporterebbe egli ne è certo gravi conseguenze a livello ideologico e politico-sociale nella vita interna dell'Italia, con il rischio di una frantumazione,
Voi dice Farini a Brioschi , tormentando [il Re] da dodici anni colle riduzioni militari, gli imponete il " sottomettersi o dimettersi " (6 marzo 1896, p 875).
**> A proposito delle riduzioni dell'esercito proposte da Ricotti, Farini scrive: Si tratta della salvezza di tutti, dell'onore, dell'integrità del paese [...] io non tacerò. Fossimo a Firenze, a Torino, a Milano, io starei coi fautori ad oltranza delle riduzioni militari. Nessun pretendente ci minaccerebbe. Qui a Roma codesto raccoglimento ed annicHlimento è impossibile perché quandochessìa qui una guerra, sotto qualunque pretesto, ma per Roma, ci cadrà, quandochessìa, sui capo . Considera Ricotti come uno strumento preparato da un gruppo di destri piemontesi e di conservatori quale catapulta per abbattere il governo Rudinì-Nicotera . E vede la vecchia destra che, arrivando al potere, disfacendo gli ordini militari della sinistra, restituendo ii macinato, mostrerebbe che tutto ciò che fu fatto dal 1876 in poi fu a danno del paese (21 apr. 1892, p. 84). E il re si associa a Farini, esclamando: Sarebbe una vergogna, un'abiezione: tanto varrebbe andarcene ognuno nelle proprie case, aggiungendo però che Giolitti non toccherebbe l'esercito (6 magg. 1892, p. 87).
2 A Roma non è possibile stare padroni, liberi, autonomi se non a patto di essere nella Triplice (11 sett. 1892, p. 126).
*) A proposito di un violento articolo dell'Osservatore Romano contro l'Italia, Farini esclama: Questa recrudescenza delle pretese clericali coincide all'avvicinamento franco-russo. Papa, Francia, Russia. Ecco una nuova Triplice (4 sett. 1891, p. 41).
3?) Al Brin ho posto sott'occhio la quadruplice Papa, Russia, Francia, Svizzera (11 sett, 1892, p. 126).