Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <582>
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Fausto Fonzi
tro Saredo48' o Vitelleschi.49*
La dignità e il prestigio della Camera Alta devono essere ricercate secondo Farini nell'alto livello culturale e morale, nella ricca espe­rienza politica e amministrativa, nella comprovata fedeltà al re, alla libertà, unità e indipendenza della Patria italiana, dei suoi componenti; e non, certamente, nella imitazione della Camera dei deputati (che sarebbe ormai una bettola, dove trenta energumeni urlano come ossessi, bestemmiano come briachi e si impongono con il chiasso, con il turpiloquio, con le minacce alla grande maggioranza),50* nel prevalere delle passioni di par­tito, delle ambizioni personali, e neppure nel tentativo di modificare lo Statuto concesso da Carlo Alberto e messo in pratica dai suoi successori. E, al riguardo, egli tiene a rilevare, a chi mira ad un ritorno allo Sta­tuto , che pure al tempo di Vittorio Emanuele, era il governo, più che il sovrano, a scegliere i nuovi senatori.
Anche in seguito Farini sarà ostile a tentativi di riforma del Senato, e vi è certamente continuità nel suo atteggiamento durante i colloqui con Vitelleschi (16 die. 1892) e con Lampertico (28 febbr. e 1* marzo 1893), governando Giolitti, e in quello, assai vivace , con lo stesso Vitelleschi (latore del progetto di riforma), del 13 giugno 1894, essendo ritornato da tempo al potere il suo Crispi.51) Egli denuncia, in quelle oc­casioni, le finalità politiche, anzi partitiche, che stanno dietro gli argo­menti tecnici usati dai riformisti , come cercherà opporsi alle con­
vincere, perderemo (4 die. 1892, p. 140). Rattazzi mi chiede se il Re deve ac­cordare udienza a Guarneri, che la ha chiesta. Rispondo sì: sia prudente, faccia opera di calma. Gli dico che G. è un autonomista che ha scritto opuscoli sulla ri­forma del Senato (6 die. 1892, p. 141). Nella primavera del 1896 Farini denun­cerà a Codronchi il capo dei senatori riformisti come uno dei fautori della riscossa della Destra e del regionalismo. Dei deputati e senatori siciliani, e del loro av­viso, tu sai, quanto me, qual conto vada fatto. Di Bordonaro [...], del Camporeale [...], del Maurigi non parlo!!! Sai che Guarneri fu ed è autonomista impenitente (3 aprile 1896, p. 909).
Saredo [...] si chiarisce destro sfegatato, amico di RudinìJi cui deve il commissariato di Napoli, il senatorato; nemico acerrimo di Nicotera. Vorrebbe ele­zioni a colore netto e spiccato (18 ag. 1892, p. 122). Saredo, collaboratore assi­duo di di Rudinl, si chiari meno regionista convinto (3 apr. 1896, p. 909). Per lo specifico impegno di lui per la riforma del Senato, si veda il paragrafo II progetto di Saredo in N. ANTONETTI, Gli invalidi, cit., pp. 173-177.
49) Vitelleschi: u Dopo che si è fatto tanto per rialzare il Senato, codesto modo di risolvere la grave questione degli Zuccari ci torna a precipitare. Il Senato in que­sti, ultimi anni è stato abbassato; vi hanno messo piede Pierantoni, Berardi, Alvià e altra gente** [...]. Rispondo che noi ci siamo messi su una via pericolosa; che, scienti o no, obbediamo a rancori politici o personali. Questo il caso dello Zuccaro, questo il caso di de DominicLs (25 die. 1892, pp. 160-161).
so) Diario di fine secolo, 19 genn. 1896, p. 821.
5*> Ivi, pp. 150, 212-213, 515-516.