Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XIX
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1995
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E. Morelli e il Diario Farini
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giure di senatori nel maxzo 1896: così, dopo Adua, si confida col re: Gli discorro dello stato di esasperazione degli animi tutti e di quelli del Senato, dove sono convenuti e convengono tutti i senatori più arrabbiati milanesi, i Trotti, i d'Adda, i Carlo Prinetti, etc. Il Re: " Tutta la setta!! " (3 marzo, p. 868). Si procura poi il verbale di una seduta privata di un centinaio di senatori ( Funzionari, magistrati, pensionati, cortigiani esclama indignato . Tutti hanno perduto il concetto del proprio dovere, delle convenienze, della misura. Sono i sintomi precursori della caduta degli Stati ) che si pronunciano in senso che Farini giudica diretto ad influire sulla crisi di governo, non solo a danno di Crispi, ma soprattutto di Saracco (5 marzo 1896, pp. 874-875). Narro al Re scrive nel diario del 6 marzo (p. 877) della riunione del Senato, una vera sollevazione contro di lui alla quale hanno preso parte alti funzionari e persone che hanno appartenuto alla sua Casa e sono bene accolte spesso in Corte [...]. Io mi dimetterò da presidente del Senato [...]. I barbassori oramai più non mi vogliono [...]. E intanto il Senato, per opera dei barbassori sullodati, si pone su d'una strada che non è la sua ed è pericolosa [...]. Oramai mi sembra che il programma moderato collimi col radicale . Analogamente si esprimerà con di Rudinì (che riuscirà però a convincerlo a rimanere al suo posto): Io sento di non avere più autorità per governare il Senato, il quale, durante la mia presidenza, uscì per tre volte di carreggiata: 1* preparando una legge di riforma del Senato contraria allo Statuto; 2 respingendo quattro senatori, piuttosto che lasciare i decreti in oblio senza riferirne, od, a peggio andare, revocandovi i decreti di nomina, come per Tanlongo [...]; 3 col-l'ultima riunione, inopportuna, per lo meno, in momenti di crisi (15 marzo 1896, p. 886).
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A chiarire il valore della pubblicazione curata da Emilia Morelli è forse utile un confronto tra il Diario Farini pubblicato nel 1962 e quello di Alessandro Guiccioli apparso in volume nel 1973. Credo si possa affermare che si tratta delle due principali fonti diaristiche, almeno a livello politico, dell'ultimo Ottocento italiano e giova perciò ricordare quali caratteri comuni abbiano queste due fonti e quali siano le principali differenze fra i due autori, tra i due contenuti, e tra le due pubblicazioni.
Tutti e due gli autori, nonostante ima certa differenza di età, appartengono all'ultima generazione risorgimentale, di coloro cioè che, pur essendo nati nell'Italia politicamente divisa e retta da regimi assoluti, hanno partecipato della passione patriottica ed hanno dato un contributo al compimento della rivoluzione nazionale e liberale; inoltre i nostri due autori hanno avuto rispettivamente un genitore e un maestro che del movimento
*a 8 gemi. 1896, p. 821.