Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XIX
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1995
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E. Morelli e il Diario Farini
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Spesso connesse a questa differenza fondamentale ve ne sono altre, come ad esempio circa il modo di porsi di fronte alla Massoneria, alla quale Guiccioli fu tenacemente e fortemente avverso, mentre Farini fu ad essa favorevole, anche se ostile ad un suo eventuale sbocco repubblicano.
H comportamento di Guiccioli, nel quale è possibile riconoscere la coesistenza di antitemporalismo ed antimassonismo, induce a pensare che l'orientamento massonico di Farini e il suo anticlericalismo robusto e tenace non siano esclusivamente legati alla Questione Romana, ma abbiano invece un significato più ampio e profondo. Comunque il carteggio fariniano degli anni Sessanta vede intrecciarsi l'ansia per la liberazione di Roma, l'anticlericalismo (che si colora di anticattolicesimo) e l'adesione alla Massoneria,555 adesione che tiene, però, conto dell'orientamento politico di quella organizzazione segreta: ciò emerge, ad esempio, dal diario dell'8 gennaio 1896:
Lemmi, gran maestro della massoneria, si è dimesso. Questa associazione, per quanti elementi repubblicani contenga, dacché la sinistra, dacché Crispi fu al potere divenne governativa. La combatterono furiosamente parte dei monarchici di opposizione [...]. La combattevano fino ad oggi i radicali di opposizione. Questi, sperando d'averla, colla nomina del nuovo gran maestro, nelle mani, mutano metro. Dicono che bisogna trasformarla, dandole tendenze e propositi democratici-sociali; dicono che bisogna mantenerle riti e forme simboliche e segrete, per sottrarla alle possibili violenze reazionarie. Insomma, se il giuoco riesce, ne faranno una società repubblicana. Bisogna stare attenti e, nel caso, non lasciarle mettere piede. Certo il torre ai liberali questo aiuto, mentre la marea
122. Un giudizio un po' diverso ma egualmente critico doveva esprimere Guiooioli dopo la morte di Farini: 19 gennaio. È morto D. F. Mio padre, amicissimo del suo, era stato suo padrino alla Cresima. Farini era uomo d'ingegno pronto e vivace, d'indole irascibile e sprezzante. Per timore di essere cniticato e di commettere errori, non affrontò mai vere responsabilità politiche. Perciò era energico più di apparenza che di sostanza, e in fondo lasciava trasparite di essere malcontento di sé e degli altri. Aveva pochissimi amici. Godeva considerazione soprattutto a Corte, ove faceva impressione quel suo piglio volutamente semplice e franco. Coerente a tale atteggiamento, ha lasciato scritto di non volere né funerali solenni né discorsi commemorativi (Diario del 1900, in N. Ant., 1 febbr. 1942, p. 268).
55) A indicare l'atmosfera di insofferenza anticlericale al tempo dei governi Me-nabrea, atmosfera che porta a solidarietà massoniche, possono valere le lettere indirizzate a Farmi, entrato nel Consiglio dell'Ordine nel 1867 (A. A. MOLA, Storia della massoneria italiana. Dalle orìgini ai nostri giorni, Milano, Bompiani, 1994, >. 115, ma pure 225 e 243), dal Gran Maestro aggiunto e poi effettivo Ludovico Frapolli ( Sono stanco di tutto e di tutti. Il Sup.: Cons.: ed il G.: O.: ce sotti des poules mowl-lées, te compreso [...]. Io però non mi piego e non mi piegherò, per l'Universo , datata: Napoli, 10 luglio 1868) e da Alfredo Baccarini (Se qualche brezza benefica non ci rinnova l'aria, l'afa di sacrestia, che tutto invade oramai, finirà per soffocarci , datata solamente: 1868 ), e conservate in M.C.R.R., b. 285, fase. 22, n. 6 e fase. 13, n. 3.