Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno <1995>   pagina <585>
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E. Morelli e il Diario Farini
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Spesso connesse a questa differenza fondamentale ve ne sono altre, come ad esempio circa il modo di porsi di fronte alla Massoneria, alla quale Guiccioli fu tenacemente e fortemente avverso, mentre Farini fu ad essa favorevole, anche se ostile ad un suo eventuale sbocco repubblicano.
H comportamento di Guiccioli, nel quale è possibile riconoscere la coesistenza di antitemporalismo ed antimassonismo, induce a pensare che l'orientamento massonico di Farini e il suo anticlericalismo robusto e tenace non siano esclusivamente legati alla Questione Romana, ma ab­biano invece un significato più ampio e profondo. Comunque il carteggio fariniano degli anni Sessanta vede intrecciarsi l'ansia per la liberazione di Roma, l'anticlericalismo (che si colora di anticattolicesimo) e l'adesione alla Massoneria,555 adesione che tiene, però, conto dell'orientamento poli­tico di quella organizzazione segreta: ciò emerge, ad esempio, dal diario dell'8 gennaio 1896:
Lemmi, gran maestro della massoneria, si è dimesso. Questa associazione, per quanti elementi repubblicani contenga, dacché la sinistra, dacché Crispi fu al potere divenne governativa. La combatterono furiosamente parte dei monar­chici di opposizione [...]. La combattevano fino ad oggi i radicali di opposi­zione. Questi, sperando d'averla, colla nomina del nuovo gran maestro, nelle mani, mutano metro. Dicono che bisogna trasformarla, dandole tendenze e propositi de­mocratici-sociali; dicono che bisogna mantenerle riti e forme simboliche e segrete, per sottrarla alle possibili violenze reazionarie. Insomma, se il giuoco riesce, ne faranno una società repubblicana. Bisogna stare attenti e, nel caso, non la­sciarle mettere piede. Certo il torre ai liberali questo aiuto, mentre la marea
122. Un giudizio un po' diverso ma egualmente critico doveva esprimere Guiooioli dopo la morte di Farini: 19 gennaio. È morto D. F. Mio padre, amicissimo del suo, era stato suo padrino alla Cresima. Farini era uomo d'ingegno pronto e vivace, d'indole irascibile e sprezzante. Per timore di essere cniticato e di commettere errori, non affrontò mai vere responsabilità politiche. Perciò era energico più di apparenza che di sostanza, e in fondo lasciava trasparite di essere malcontento di sé e degli altri. Aveva pochissimi amici. Godeva considerazione soprattutto a Corte, ove faceva impressione quel suo piglio volutamente semplice e franco. Coerente a tale atteggia­mento, ha lasciato scritto di non volere né funerali solenni né discorsi commemora­tivi (Diario del 1900, in N. Ant., 1 febbr. 1942, p. 268).
55) A indicare l'atmosfera di insofferenza anticlericale al tempo dei governi Me-nabrea, atmosfera che porta a solidarietà massoniche, possono valere le lettere indiriz­zate a Farmi, entrato nel Consiglio dell'Ordine nel 1867 (A. A. MOLA, Storia della massoneria italiana. Dalle orìgini ai nostri giorni, Milano, Bompiani, 1994, >. 115, ma pure 225 e 243), dal Gran Maestro aggiunto e poi effettivo Ludovico Frapolli ( Sono stanco di tutto e di tutti. Il Sup.: Cons.: ed il G.: O.: ce sotti des poules mowl-lées, te compreso [...]. Io però non mi piego e non mi piegherò, per l'Universo , datata: Napoli, 10 luglio 1868) e da Alfredo Baccarini (Se qualche brezza benefica non ci rinnova l'aria, l'afa di sacrestia, che tutto invade oramai, finirà per soffo­carci , datata solamente: 1868 ), e conservate in M.C.R.R., b. 285, fase. 22, n. 6 e fase. 13, n. 3.