Rassegna storica del Risorgimento
Emilia Morelli
anno
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1995
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pagina
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590
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UNA CARA, ANTICA AMICIZIA
L'avevo sempre conosciuta. Sin da quando, studentessa di lettere, si era avvicinata a mio padre, allora incaricato di Storia del Risorgimento a Roma, per chiedergli di laurearsi con lui, aveva frequentato la mia famiglia e la mia casa. Io avevo allora cinque anni, in quel 1935 quando la Milla, come sempre sarà chiamata da tutti i suoi amici, si laureò discutendo quella tesi sull'esilio mazziniano in Inghilterra destinata ad inaugurare i suoi studi sul patriota genovese ed a rivelare il suo appassionato interesse risorgimentale. Interesse e passione che l'avrebbero fatta scherzosamente definire assai più tardi da mio zio, Alberto Pincherle, come la vedova di Mazzini , ma che l'avrebbero portata allora a compiere una netta scelta di vita, eleggendo lo studio e la ricerca ad unica ragione del suo essere e del suo operare.
Credo che fossero ancora assai poche negli anni Trenta le donne che a quegli obiettivi si dedicavano completamente, facendone il centro della propria esistenza ed in larga misura rinunciando a quelle altre scelte che, come il matrimonio, la famiglia ed i figli, erano sicuramente più comuni. Ritengo pure che provenendo da una famiglia assai conosciuta e, quindi, socialmente integrata negli ambienti più elevati, la scelta di vita fatta allora dalla Milla dovesse aver suscitato in molti un certo stupore, anche perché era una donna di notevole fascino.
Probabilmente, però, l'esempio dell'impegno culturale, scientifico e professionale del padre, del grande tisiologo Eugenio Morelli, al quale si devono, come è noto, la potente organizzazione ed il forte successo della lotta antitubercolare nel nostro paese nei vent'anni tra le due guerre, l'aveva indotta a considerare il lavoro come il motivo principale, se non addirittura esclusivo della vita. Grande esempio questo offertole dal padre la cui personalità dotata di un grosso ascendente deve averla in certa misura condizionata indicandole la via dell'impegno totale e della appassionata dedizione, anche per le soddisfazioni che da quel tipo di impegno e da quella forte dedizione avrebbero potuto ottenersi in ogni settore. La Milla, come ogni giovane doveva sognare di emergere e avendo innanzi l'esempio di un padre illustre e famoso che la incoraggiava e la appoggiava nelle sue scelte, probabilmente aveva coltivato sin da giovane qualche ambizione, anche a motivo del forte temperamento che la distingueva e della personalità che la caratterizzava dandole quella sicurezza di sé che colpiva quanti la frequentavano.