Rassegna storica del Risorgimento

Emilia Morelli
anno <1995>   pagina <591>
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Una cara, antica amicizia
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L'università è sempre stato il luogo dove gli studenti possono verifi­care e conoscere meglio i propri interessi culturali ed il contatto con gli insegnanti che professano le discipline che ne costituiscono l'essenza aveva allora, come spero conservi sempre, un profondo significato. In un am­biente nel quale lo studio e l'insegnamento, come a quel tempo si diceva al posto di quegli astratti termini di ricerca e di didattica , cari ai pedagogisti ed oggi in uso, il professore , titolare della cattedra nella disciplina prescelta dal giovane, e non l'anonimo docente della demagogica legislazione attuale, aveva necessariamente, se intelligente, pre­parato, disponibile e capace, su quello un'influenza enorme.
Non tocca a me giudicare mio padre insegnante, anche se, natural­mente, da lui, e dal suo modello di vita, ho tratto la vocazione alla storia e la passione per l'insegnamento, diventando quindi figlio d'arte e finendo con l'apparire, come diceva bonariamente, Francesco Calasso, al quale certo non mancava una buona dose di humour, professore per destina­zione del padre di famiglia . Escludo, però, che nel mio caso sia stata la volontà del genitore a farmi scegliere il métter d'historien. È stato, semmai, l'ambiente nel quale la mia famiglia viveva ed il possesso di quella grande biblioteca, suscitatrice in me di tanti interessi culturali che, per onorare la memoria di chi l'aveva raccolta con tanta passione e qual­che sacrificio, ho voluto fosse donata all'Archivio Centrale dello Stato.
Ed analogamente posso escludere che la Milla sia stata spinta dal­l'autore dei suoi giorni a simile scelta di vita. Anzi, non credo che Eu­genio Morelli abbia mai pensato alla figlia come professoressa ed autrice di libri di storia, sia per la professione della quale e per la quale viveva che per l'ambiente sociale nel quale la sua famiglia era inserita. Certo egli nutriva ambizioni per l'avvenire della Milla, ma si trattava sicura­mente o di aspettative indeterminate nei contenuti o di generiche attese di un futuro da costruire su binari più consoni alla mentalità ed alla tràr dizione della famiglia e dell'ambiente nel quale questa era inserita.
Fu invece mio padre, nato per l'insegnamento e realizzatosi comple­tamente sulla cattedra universitaria, ad esercitare sulla Milla un'influenza enorme, condizionandone sin dagli anni più verdi interessi, vocazione e scelte, trasformandola da studentessa quale l'aveva conosciuta ventenne in una autentica studiosa anche, forse, se non in contrasto totale certo in modo per certi aspetti piuttosto distante da quelle aspettative e da quelle attese. Credo, però, che questo condizionamento e questa trasformazione fossero dovuti essenzialmente al modello di vita che mio padre, suo pro­fessore, si era costruito e che a Lei aveva indicato col suo modo di pen­sare e di agire. Penso anche che la sua influenza di maestro sia stata largamente agevolata dal forte patriottismo della famiglia Morelli che cre­deva nei valori di quella tradizione nazionale che il primo conflitto mon­diale, al quale anche il professor Eugenio, allora medico in prima linea, aveva partecipato, esaltò al massimo. In quel contesto era evidente come la Storia del Risorgimento, che era anche, ed allora, forse, più di oggi,