Rassegna storica del Risorgimento

Emilia Morelli
anno <1995>   pagina <592>
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Carlo Ghisalberti
storia dell'in dipendenza nazionale ed insieme del patriottismo italiano la cui conclusione logicamente era vista proprio nella Grande Guerra, do­vesse assumere un particolare significato agli occhi ed alla mente di una persona cresciuta in una famiglia di tale sentire ed in un tempo ove quei valori sembravano estremamente vitali. E ciò anche al contatto con un maestro che quella guerra aveva combattuto e che quell'esperienza, vissuta in prima persona da interventista e da soldato, aveva considerato ùltimamente legata al Risorgimento eletto a motivo di studio.
Di qui, probabilmente, la genesi della passione per gli studi risorgi­mentali nella Milla, di qui, anche, il formarsi del suo interesse, probabil­mente all'inizio intessuto di un certo sentimentalismo romantico per i personaggi e per i fatti del nostro Ottocento, Di qui, infine, il suo im­pegnarsi a fondo nell'indagine e nella ricostruzione di un mondo dal quale si sentiva sempre più fortemente attratta. Passione, interesse ed impegno che la accostavano a mio padre, suo professore che a quegli studi l'aveva addestrata e che quel mondo e quei personaggi per primo le aveva in­dicato.
Tale, quindi, il motivo del loro legame, destinato a consolidarsi viep­più sia nell'attività, davvero intensissima, che la Milla svolgerà per de­cenni all'Istituto per la storia del Risorgimento, contribuendo egregiamente accanto a lui all'opera di trasformazione di quell'ente in un grande orga­nismo scientifico preposto allo studio ed alla ricerca di un periodo centrale della storia nazionale, sia nella funzione di collaboratrice e di assistente alla sua cattedra nel lungo periodo della formazione e della crescita cul­turale.
Certo molto la Milla dovette a mio padre per quanto le aveva fatto apprendere del métter d'historien professato e vissuto come egli lo inten­deva, misto, cioè, di studio, di insegnamento, di diffusione ed insieme di organizzazione di cultura. Questo sentimento di gratitudine l'accompa­gnò per tutta la sua esistenza, anche quando, col decorso del tempo, gli anni della formazione apparivano sempre più distanti e la sua affermazione come studiosa l'aveva naturalmente, come sempre accade, resa autonoma dal maestro. Ma molto, anzi moltissimo, questi dovette a lei per ciò che gli aveva dato dedicando integralmente e senza riserva alcuna la sua vita a quelle finalità che costituivano l'essenza del suo operare e per averne assunto quasi a modello il modo di essere e di agire. Quel modo di es­sere e di agire che spesso la Milla lasciava trasparire anche nella sua attività di insegnante dapprima nell'incarico a Cagliari, poi, vinto il con­corso nel 1955, come titolare a Palermo, infine, come successore nella cattedra di mio padre nel 1964 a Roma. Sembra quasi una combinazione della sorte, ma all'allieva toccò proprio di seguire le stesse tappe univer­sitarie del maestro, che, passato più di vent'anni prima nelle stesse sedi, riteneva il fatto estremamente positivo e di buon auspicio.
Di un rapporto siffatto, nato dalla comunanza di lavoro e di interessi e progressivamente suffragato dall'amicizia e dall'affetto, sia io sia mia