Rassegna storica del Risorgimento

Emilia Morelli
anno <1995>   pagina <594>
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594 Carlo Ghisdberti
ispirati anche da una forte passione monarchica e, pertanto, dal comporta­mento assunto dalla corona dopo il 25 luglio di quell'anno, trassero mo­tivo per una rottura totale col regime. Rottura che, se portò il padre ad un totale disimpegno dalla politica, condusse invece la Milla a schie­rarsi con gli ambienti della resistenza monarchica all'occupante tedesco nella Roma del 1944.
A friend in need is a friend indeed dice un proverbio inglese indi­cando una via attraverso la quale si mostra una vera amicizia: in realtà sapevamo come quella tra noi ed i Morelli fosse solidamente fondata e come non avesse bisogno di ulteriori prove. Tuttavia i fatti, piuttosto tristi, vissuti dalla nostra famiglia dal 1938 al 1944 la consolidarono for­temente mostrandoci quanto noi potessimo contare sull'affetto della Milla e, per essa, di suo padre e come, in ogni circostanza dell'esistenza, li avremmo avuti vicini. Allo stesso modo, peraltro, noi, da amici, eravamo a Lei prossimi partecipando delle vicende di quella sua intensissima atti­vità foriera di crescenti successi che dava un senso alla sua vita e soli­darizzando con Eugenio Morelli quando, nel secondo dopoguerra, venne fatto oggetto di accuse per un passato ingiustamente e riduttivamente de­finito fascista da inquisitori di parte che, nella loro faziosità, non si ren­devano conto delle motivazioni che l'avevano condotto a certe scelte.
Le accuse, come si verificò anche in molti altri casi, caddero nel nulla col finire della ventata epurativa del secondo dopoguerra. Anzi, coll'ab-bandono dell'impegno politico assunto durante il ventennio fascista, Mo­relli potè darsi integralmente alla medicina ottenendo ulteriori successi sia aprendo l'importante clinica privata che porta il suo nome sia sviluppando enormemente e con profitto l'attività professionale nel proprio studio. Libero così dai molti impegni ufficiali potè rendersi in certa misura an­che più disponibile per la vita familiare e per gli amici che riceveva con frequenza nella ampia casa di Corso Vittorio Emanuele, acquistata per sé e per i suoi dopo aver lasciato l'abitazione di servizio posta a dispo­sizione del direttore dell'ospedale Forlanini.
Alcuni di questi ricevimenti, dei quali la Milla era l'anima oltre che l'organizzatrice, servivano a far incontrare storici affermati e studiosi più giovani, offrendo, tra l'altro, a mio padre, che, assai estroverso e cordiale, molto amava questo genere di iniziative, un luogo simpatico ove riunire gli allievi, i componenti, cioè, di quella che chiamava con una punta di orgoglio la sua scuola e di introdurli presso altri colleghi.
Prova d'affetto ulteriore questa, quindi, della Milla verso mio padre che, nella nostra casa più piccola, non avrebbe avuto certamente la pos­sibilità di ricevere tante persone intorno a sé e che invece quelle poteva incontrare nel grande salotto dell'allieva, lieta di fare con ciò un ulteriore, apprezzatissimo, favore al maestro. Anche in quelle riunioni conviviali, che si susseguivano frequentemente ed alle quali quasi sempre partecipavo, la familiarità, la dimestichezza e la scioltezza dei rapporti intercorrenti tra mio padre e la Milla servivano a creare un clima disteso e sereno tra gli