Rassegna storica del Risorgimento
Emilia Morelli
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1995
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Una cara, antica amicizia
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intervenuti, dando loro l'immagine del legame eccezionalmente positivo che li univa e che in un mondo accademico la cui vita era assai spesso intessuta di antipatie, rancori ed odi, sembrava particolare. Un legame cementato dal continuo lavorare insieme e dalla presenza comune nell'Università, nell'Istituto e dalla costante partecipazione a quell'insieme di attività culturali e di diffusione di cultura nelle quali tanto si estrinsecava la personalità di mio padre e che la Milla sempre curerà.
Ma l'affetto, grandissimo verso mio padre che lo ricambiava in pieno, si traduceva anche in un sentimento di autentica simpatia verso di me, e di partecipazione, talvolta lieta tal'altra sofferta, alle cose della mia vita.
Io stesso potei constatare l'intensità dell'affetto, vedendo con quanto interesse e con quanta passione seguisse le fasi della mia varia carriera, come collaboratore della Treccani ed archivista di Stato prima, come funzionario della Camera dei Deputati poi ed infine come professore universitario a Trieste fino al 1970, e da quell'anno a Roma, dove potei giungere grazie anche al suo prezioso appoggio di collega più anziana che si fece in quattro per creare un ambiente favorevole, secondo la prassi accademica, alla mia chiamata nella sua facoltà. Ricordo anche di averla vista fortemente preoccupata, quasi fosse una sorella maggiore, per la mia salute, o, meglio, per la mia vista, quando, a causa del glaucoma che mi aveva colpito ancora giovane e col quale, ringraziando Dio ed i medici che mi hanno curato, riesco egregiamente a convivere da decenni. Al riguardo ricordo che, rendendosi conto delle mie paure e del grande timore dei miei genitori, persuase suo padre, che, peraltro, qualche mese dopo sarebbe stato testimone al mio matrimonio, ad accompagnarmi dal maggiore oculista di Roma, affinché questo insigne e celebrato cattedratico, vedendomi scortato da un collega di facoltà, si immedesimasse completamente nella situazione e, come diceva allora Morelli, ce la mettesse proprio tutta a tirar fuori il ragazzo dal guaio in cui si trovava . Ragazzo non sono più, ma conservo un sentimento di riconoscenza per la Milla e per suo padre che si resero partecipi anche allora delle mie ansie e che contribuirono a tener su il mio morale, in quei frangenti piuttosto vacillante.
Della colleganza con me all'Università di Roma conservo naturalmente memoria assai viva e non solo per la comunanza .di interessi e per i rapporti di studio e di collaborazione che si vennero naturalmente ad intensificare, ma anche per il particolare clima di amicizia che univa intorno a Ruggero Moscati, a Rosario Romeo ed alla Milla noi più giovani in un periodo assai difficile per la vita accademica. Erano gli anni della contestazione studentesca, durata con alterne vicende tra il 1968 ed il 1978, che coinvolsero in modo più o meno intenso tutti noi che gravitavamo allora intorno all'Istituto di Storia, fatto bersaglio degli attacchi più virulenti dei sessantottini e dei loro emuli, non risparmiando nemmeno gli unici autentici proletari che lavoravano in quell'ambiente, come il nostro carissimo Morfea, bidello fin da quel tempo dell'Istituto. La Milla, reite-