Rassegna storica del Risorgimento

Emilia Morelli
anno <1995>   pagina <599>
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E. Morelli a Palermo
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siero e dell'azione politica di uno dei più grandi artefici dell'unificazione italiana. Ha atteso, anche, con grande zelo e infaticabile opera al compi­mento dell'Edizione Nazionale degli Scritti Editi ed Inediti di G. Mazzini e contemporaneamente a quella degli Scritti di G. Garibaldi.
A Palermo, durante gli anni del suo insegnamento, la Morelli arri­vava sempre puntualmente ogni settimana, qualunque fossero le condizioni metereologiche, incorrendo a volte in disfunzioni di collegamenti aerei e marittimi, anche in momenti piuttosto tragici della sua vita privata. Era attiva, vivace, sempre piena di energie che trasfondeva anche agli stu­denti, stimolandoli con il suo alacre impegno al completamento delle tesi e alla conclusione del loro corso di studi.
Le tesi da Lei condotte, che afferivano numerose all'Istituto, si prefiggevano essenzialmente un approfondimento della vita economico-poli-dco-amministrativa della Sicilia occidentale per il periodo compreso tra l'Unificazione e l'Età giolittiana. Argomenti privilegiati: la vendita dei beni ecclesiastici, l'opera svolta dalle Confraternite religiose, la stampa periodica, le diverse legislature sempre affrontati nella ricerca e nell'ana­lisi delle fonti sia che si trattasse di documenti archivistici, sia di gior­nali, epistolari, memorie, diari, atti parlamentari.
La Morelli a Palermo ha, inoltre, potenziato il patrimonio librario della biblioteca di Storia Contemporanea, quanto mai esiguo al suo so­praggiungere.
Il nostro, dopo una iniziale, ma breve diffidenza, dovuta piuttosto alla posizione politico-storiografica del suo predecessore, è stato un ottimo sodalizio, intessuto di affetto e assidua collaborazione. Finita la lezione, andavamo a piedi o in carrozza per le vie della città, a volte anche in compagnia di altri colleghi che si univano alla nostra vivace, piacevole conversazione: si affrontavano tutte le tematiche, da quelle relative alla vita dell'Istituto agli eventi politici, all'amministrazione della città, non­ché alla nostra vita privata. Era la Palermo tra la fine degli anni Cin­quanta e la metà degli anni Sessanta, una Palermo cui Emilia Morelli era molto legata e a cui, nel 1964, aveva dedicato un saggio pubblicato a Firenze in Città d'Italia cent'anni fa . Rifacendosi alla scoperta della città fatta dai garibaldini nel 1860 dal colle di Gibilrossa, cui Palermo appariva come una perla preziosa adagiata in una conchiglia formata da brulle montagne e da una fertile pianura aperta sul mare , la Morelli osservava* Palermo appare veramente una città splendida a chi la con­templi dal mare o dall'alto [...] racchiude in sé le virtù e i vizi della Sicilia, come la bellezza degli aranceti e lo squallore delle montagne, in quel contrasto, che, in tutta l'isola, permette in pochi chilometri di pas­sare dall'agricoltura piò redditizia a un paesaggio arido con terreni incol­tivabili . Era una Palermo tranquilla, non lacerata dalle diatribe e dai veleni odierni. Il suo maggiore apporto scientifico a Palermo è stata l'incentivazione di due importanti congressi, organizzati nel '60 e nel '61