Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Napoli. Storiografia. Secolo XIX
anno <1996>   pagina <5>
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Giornale estemporaneo
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messe; e di stampo tradizionale ossia consueto agli altri periodici quello riservato alle enunciazioni di leggi e decreti, alla cronaca di fatti ed avvenimenti con concisi notiziari dalle altre città, italiane e straniere, e ad articoli di varia cultura ed erudizione aneddotica.
In genere, gli editoriali erano sintesi, intessute a commenti e rifles­sioni, di provvedimenti legislativi ed amministrativi, riguardanti la vita della Repubblica e di altri Stati ovvero di avvenimenti politici e militari, filtrati, questi ultimi, finché fu possibile, in maniera da non suscitare ansie e timori, compromissivi per la fiducia nella stabilità del regime, la sua continuità e prosperità. Nel fornire notizie sulle insurrezioni, ad esempio, che, al momento, interessavano quasi l'intero territorio, dagli Abruzzi e Terra di Lavoro alle Calabrie e alle Puglie, si era, a seconda degli eventi, entusiasti e puntuali o prudenti e sfuggenti. In presenza di successi sugli insorgenti si manifestava, con l'entusiasmo, il lodevole ap­prezzamento per il coraggio dei franco-napoletani e si era quanto più det­tagliati nella loro cronaca; per gli eventi sfavorevoli, quando erano tal­mente noti ed era forzoso o addirittura ridicolo essere sfuggenti, si era anche estrosi, ricorrendo a finzioni che, alla lettura, oggi, riescono anche piacevoli. Le sconfitte francesi, ad esempio, a Milano, sull'Adige e sul Reno furono, all'inizio, presentate come frutto d'invenzione, e di fan­tasia e quelle interne, nei vari Dipartimenti, fabbricate nel gabinetto di Palermo .6)
Tali editoriali, aperti a tutte le Repubbliche filo-francesi, si rivolge­vano ai napoletani come a tutti gli italiani che combattevano per 'l'af­férmazione degli ideali repubblicani.
H primo numero, riportando la lettera con la quale il generale Gual-tier annunziava al MacDonald il suo ingresso a Firenze, usciva si sottolineava sotto felici auspici : con la libertà della Toscana, v'era un tiranno di meno .7) Quella che si combatteva, infatti, era la guerra dei popoli amanti della libertà contro i tiranni, in ossequio ad un cosmo­politismo rivoluzionario universale. Con vivo compiacimento, perciò, si era riservato l'intero numero alla pubblicazione del Messaggio del Diret­torio esecutivo francese al Consiglio dei Cinquecento nel quale erano espo­sti i motivi che lo avevano obbligato alla dichiarazione di guerra contro l'Imperatore austriaco ed il Granduca di Toscana.
Q Giornale, n. 5, 27 aprile, dt., pp. 131-132. I visionari continuava si riscaldano il cervello, i timorosi si tapinano la testa, e corrono dappertutto cer­cando novità; chi conta la storia delle lettere rosse, e nere; chi parla dei razzi che si fanno vedere ogni notte, e che non sono certamente uccelli di buono augurio. Poveri sciocchi! una disposizione militare, che concentrando le forze, le duplica, ed accresce la vostra difesa, e la vostra sicurezza, deve dunque eccitare l'allarme tra di voi? Io lascio gracchiare i corvi, e fumo dignitosamente la mia pippa .
*> Giornale, n. 1, 31 marzo, cit., pp. 95-105.