Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Napoli. Storiografia. Secolo XIX
anno <1996>   pagina <8>
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Girolamo Addeo
Premessa la necessità delle risorse finanziarie come primo motore , sia in tempi di pace che di guerra, per soddisfare le esigenze delle di­verse circostanze, anche quella delle rivoluzioni, l'Estemporaneo si com­piaceva che l'attuale rivoluzione napoletana, la più sublime e la più gloriosa di tutte era uscita trionfante da una sì pura sorgente .
Con la pubblicità dei bilanci dello Stato propugnava, pertanto, un sistema fiscale con imposta unica, perché, richiedendo la tassazione mol­teplice una pluralità di esattori, comportava, per le spese ed i rischi della stessa esazione, il pericolo che il popolo paga molto, ed il go­verno ritira pochissimo . Le contribuzioni erano come un pan di bu-tino, il quale si fonde tra le mani per le quali passa, e giunge sì piccolo al suo destino, che fa sorpresa il vedere come si sieno molestati ed occupati tanti cittadini per sì tenue prodotto . La contribuzione unica rispondeva all'esigenza di autotutela sociale, perché la molteplicità na­sconde l'insidia di inviluppare la contabilità, e di disordinare le finanze per facilitare i mezzi onde pescare nel torbido .14)
Nei confronti della Legge sui Banchi del 6 maggio, sanzionata dal-l'Abrial il giorno successivo, assunse un atteggiamento molto favorevole, censurando, puntigliosamente, le critiche avanzate dal Monitore.
Sul problema del loro riordino e del risanamento del deficit finan­ziario, oltre al Governo, era impegnata, con proposte e progetti spesso contraddittori, la pubblicistica contemporanea, incoraggiata anche dall'e­spresso invito del governo, ben compreso della complessità dell'opera­zione. E fu occasione singolare per alimentare una nutrita polemica gior­nalistica tra VEstemporaneo ed il Monitore.
Il 15 marzo, per porre rimedio al grave male della quantità im­mensa di carte bancali che la Repubblica aveva ereditata dalla perfidia del Borbone e dei suoi cortigiani, con il pericolo di sconvolgere ancor più le fortune dei cittadini ed accrescere la miseria Pubblica , si era dichiarato il vuoto dei Banchi debito nazionale e si era annun­ziato, con alcuni tempestivi provvedimenti preparatori, che il Governo stava individuando i mezzi più opportuni per eliminare sollecitamente l' enorme massa di carta, ed a sostituirvi l'effettivo numero : da qui la legge del 6 maggio. E. Pimentel Fonseca, l'il maggio, nella prima pa­gina del Monitore, criticava fortemente ed in maniera sprezzante la legge che, sbigottendo la fantasia del pubblico e deludendone le attese, si di­mostrava totalmente insufficiente alla finalità prefissasi.15
L'Europa si continuava aprirà gli occhi finalmente, e cesserà di prestare ascolto alle (perfide insinuazioni dell'avara Albione.
I4> Ibidem, Finanze, pp. 116-117. L'artìcolo doveva continuare nel numero suc­cessivo, che non è stato ritrovato.
is) Monitore Napoletano, a cura di M. BATTAGLIMI, Napoli, Guida, 1974, n. 12, mart. 12 marzo, pp. 273-277 e n. 27, sab. 11 mag., pp. 525-527*