Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Napoli. Storiografia. Secolo XIX
anno <1996>   pagina <9>
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Giornale estemporaneo
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L'Estemporaneo, il 18 maggio, insorse violentemente: le preoccupa­zioni della direttrice del Monitore, oltre che eccessive e precipitose, erano infondate e deleterie. Ed a nulla valeva invocare come faceva la Pi-mentel le funeste esperienze dell'Azienda Gesuitica e della Cassa Sacra, superate proprio dalla nomina di un commissario unico per garan­tire, contrariamente alle giunte di gestione, la pronta ed esatta esecuzione delle disposizioni ministeriali. Dopo quattro giorni dall'emanazione della legge certamente non si potevano attendere efletti miracolosi. La legge in sé non poteva suscitare disperazione, essa era espressiva della saggia prudenza degli autori, che, spinti dalla cautela dovuta alle circostanze, si erano imposti l'affermazione di due principi operativi: dichiarare che il credito carte bancali doveva essere conservato e incrementare il patrimonio degli stessi Banchi. Da recriminare era, piuttosto, la cor­ruttela degli operatori economici, amministratori ed esattori, che non ponevano la dovuta diligenza nell'esecuzione dei provvedimenti di soste­gno. Al momento, più che proporre la deroga alla legge ed una svaluta­zione delle fedi di credito, occorreva maggiore fiducia e concordia. Come potrà stabilirsi concludeva l'articolista la Repubblica, se le leggi appena sanzionate, e pubblicate, sono impunemente disprezzate, e contrad­dette dai Gazzettieri? .16)
Per l'abolizione della feudalità, nel complesso dibattito che impegnò gli organi istituzionali e quanti, direttamente o indirettamente, erano in­teressati, trattandosi di una necessità di giustizia storica, a solo conside­rare che essa aveva rappresentato la vera causa della guerra, intra­presa, appunto, per far guadagnare al popolo i suoi diritti , il perio­dico, in attesa della legge che il governo si apprestava a promulgare, non mancò di offrire il proprio contributo propositivo. Dovendosi inten­dere i diritti feudali abominevoli usurpazioni , era inutile tentare, per vile interesse, di distruggere solo i nomi, certe esteriori radicali ceri­monie, certe parole e conservare la cosa sotto pretesto che non si deve portare alcun attentato alla proprietà : allo scopo meglio sarebbe stato riferirsi alla legge eversiva promulgata, il 2 marzo, a Torino, che
16> Giornale, n. 8, cit., pp. 155-159. Per i provvedimenti sul cambio delle fedi di credito e le conseguenti polemiche, cfr. n. 9, cit., pp. 172-174. I banchi, notava il Cuoco, erano sette corpi morali e fino al 1793 furono considerati sacri; cfr. V. Cuoco, Saggio storico sulla Rivoluzione napoletana del 1799, Firenze, Val­lecchi, p. 72. Il denaro invaiato dal Borbone fu cinquanta milioni di du­cati; e perciò, distrutte le doti dei sette banchi, si rapirono trentasette milioni, senza giustizia, senza misura comune, a caso, a ventura, dalle sostanze de' cittadini : così P. COLLETTA, Storia del Reame di Napoli, Napoli, libreria Scientifica, 1957, voi. I, p. 307. Cr., altresì, G. SAVARESE, Sulle carte dei Banchi di Napoli emesse dal 1796 al 1799 e ritirate nel 1800, in Museo di scienze e letteratura, Napoli, fase. I, 1884, pp. 1890 sgg., nonché M. MORANI TAGLE, Il problema dei Banchi nella Re-pubblica napoletana, Napoli, 1970, pp. 7-43 con appendice di documenti e ricche riproduzioni di carte bancali e monete.