Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Napoli. Storiografia. Secolo XIX
anno <1996>   pagina <10>
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Girolamo Addeo
decretava la soppressione senza indennizzare di tutti i diritti feudali.
L'istruzione pubblica doveva essere preoccupazione primaria del go­verno di una giovane repubblica. I cittadini si sottolineava de­vono essere penetrati delle stesse verità, e devono sentirle con egual calore per stabilirle concordemente, e concorrere con tutte le loro forze a sostenerle . Per una migliore organizzazione, volendo offrire un contri­buto di idee, YEstemporaneo presentò alcune osservazioni alla legge fran­cese del 24 ottobre 1795 sull'istruzione pubblica di un cittadino di Ginevra e ritenute utilissime nelle presenti circostanze napoletane. Erano corollari del principio fondamentale del -fiorente attivismo pedago­gico franco-elvetico tendente ad incentrare il processo educativo sull'inte­resse reale degli allievi. Pur riconoscendosi che la base dell'istruzione doveva essere comune, occorreva dirigere l'azione educativa su di un oggetto piuttosto che su di un altro , perché, in tal modo, l'interesse generale avrebbe colto vantaggi maggiori che da un piano uniforme. Da qui la necessità di una maggiore autonomia delle autorità dipartimentali nella formulazione dei moduli organizzativi e della opportunità di una assemblea professorale, dandole l'ispezione su tutte le scuole diparti­mentali, e il diritto di presentare al governo i regolamenti ad esse re­lative .
Utili suggerimenti riguardavano anche i criteri metodologici, da rife­rirsi, tutti, al principio dell'emulazione tra gli allievi da dividere in diverse classi relative piuttosto alla capacità che all'età e non in gran numero . Perché il frutto dell'istruzione, quando gli affari ed i piaceri si disputano l'impiego del tempo non si disperdesse, ma si raf­forzasse, si suggeriva, poi, l'organizzazione di società delle arti e delle scienze .18) Per l'intima connessione tra istruzione e cultura si seguiva la vita déOflnstitut National des Sciences et des Aris, attraverso le sue pubblicazioni delle quali si fornivano concisi e validi compendi, riguar­danti le scienze politiche, morali e matematiche, la letteratura e le belle arti. Gli studi scientifici dovevano essere coltivati anche allo scopo di trarre motivi di utilità per il benessere degli uomini.,9)
17> Giornale, n. 2, cit., J diritti feudali, pp. 111-113; ed in generale, G. GA­LASSO, La Legge feudale napoletana del 1799, in Rivista storica italiana, 1964, pip. 507-529 ed E. PONTIERI, Vincenzio Russo e la legge eversiva della feudalità netta Repubblica napoletana del 1799, in Storia e cultura del Mezzogiorno. Studi in me­moria di U. Caldorat Cosenza, Lerid, 1978, pp. 281-308.
18> Giornale, n. 5, 27 apr., Istruzione Pubblica e Testo della Legge, pp. 136-139. In generale, cfr. A. BROCCOLI, Educazione e politica nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze, La Nuova Italia, 1968, pp. 53-71 e, per le istituzioni scolastiche, A. ZAZO, Le scuole private universitarie a Napoli dal 1799 al 1860, Napoli, I.T.E.A., 1926 e L'istruzione pubblica e privata nel napoletano (1761-1860), Città di Castello, Il Solco, 1927, pp:,, 61-78; Storia dell'Università di Napoli, Napoli, Ricciardi, 1924, pp. 467-588 della ristampa anastatica edita da II Mulino, 1993.
W Giornale, n. 6, cit., Istituto Nazionale di Francia, pp. 147-153.