Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Friuli. Modernismo
anno
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1996
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pagina
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Pietro Zovatto
data dalla neoscolastica, e nei riguardi del modernismo si sentiva estraneo a queste problematiche più che ostile, perché il suo orientamento mentale era rivolto altrove. Nella gnoseologia teneva in sommo conto il senso comune da cui ogni pensatore deve partire per approfondire i dati molteplici dell'esperienza ed approdare alla certezza. Muovendosi su questa base di esperienza ordinaria si possono prevenire nelle radici gli sbandamenti ideologici per evitare le fallaci costruzioni idealistiche e materialistiche proprie dell'epoca moderna,3* secondo il Trinko.
Anche in sede politica si devono necessariamente accettare i dati presentati dal de facto, come vengono offerti dalla concretezza della situazione storica. Precisamente sotto questo profilo egli che aveva ricevuto una educazione umanistico-fllologica basata sul latino e ascetico-pastorale fondata sul dinamismo dell'azione apostolica nel seminario di Udine, lungo il percorso della sua formazione scoprì in se stesso un'anima slovena. Per pervenire a questa consapevolezza dovette impiegare la ferrea volontà del montanaro in un ambiente come quello del mondo culturale friulano che mostrava indifferenza per tutto ciò che sapeva di sloveno e ignorava a pie pari la cultura di quel piccolo popolo che cercava a cavallo dei due secoli di farsi conoscere dalla cultura europea.
Con amarezza egli constatava che la cultura slovena aveva prolungato il lungo sonno dell'oblio ed era rimasta persino ignota agli stessi sloveni della Slavia italiana, mentre nella penisola i grandi vertici della letteratura russa erano ampiamente conosciuti. Il Trinko tradusse in italiano la prima opera completa di uno scrittore sloveno, Ivan Tavar, cioè Vita Vitae meaef* in cui sono descritti i tempi violenti e burrascosi del protestantesimo. La traduzione scorrevole e nitida fu pubblicata in appendice dal giornale cattolico diocesano, II Cittadino Italiano, fondato dal monsignore veneziano Giovanni Dal Negro. Anche se la fedeltà al testo è sicura, non è noto come quest'opera fu accolta dagli ambienti culturali italiani, laici o clericaleggianti del Friuli.
Quasi certamente non deve aver destato un grande interesse, se passò via quasi inosservata presso le istituzioni accademiche. Ciononostante egli proseguì con la traduzione di opere letterarie slovene ritenute fondatamente di rilievo. Usufruendo sempre del medesimo periodico II Cittadino Italiano, tradusse Gospod Mirodolski (Il Signor di Valpacifica).5* Il la-
3) M. QUALEZA, Ivan Trinko filosofo, in Ricerche su Ivan Trinko, oit. p. 135 sgg.
*> M. JEVNIKAR, Ivan Trinko produttore e mediatore della cultura slovena tra gli italiani, in Ricerche su Ivan Trinko, cit., pp. 45-47.
s> M. JEVNIKAR, Ivan Trinko, cit., pip. 47-48.