Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Friuli. Modernismo
anno
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1996
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pagina
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33
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G. Ellero e il modernismo nel Friuli 33
rappresenta quello spirito che non è misoneista né filoneista Iste], sapiente spinto, che nella conservazione addita il germe del progresso e nel progresso salva il segreto della conservazione.10*
Nella attenzione che mira ad un equilibrato rapporto tra la tradizione conservatrice ecclesiastica e le esigenze del pensiero moderno, il Costantini teme che il pensiero moderno abbandoni i tabernacoli santi della fede per affermare quasi ufficialmente il materialismo .
Quando egli prospetta i correttivi per certi versi sembra riecheggiare in positivo le Cinque piaghe della Santa Chiesa (1848) di Rosmini, soprattutto la seconda che punta il dito contro l'insufficiente educazione del clero .n) Dopo la concordia , ai cattolici prescrive l'istruzione , una istruzione fatta di solida cultura biblica. E in questi settori così importanti i sacerdoti non possono essere solo stimolatori di energie, ma devono anche agire, poiché il sacerdote non deve solo insegnare, ma fare .
Quando si tratta di considerare le correnti moderne e moderniste, egli non ha dubbi nel qualificarle come quelle che riducono la religione a fatto umano . In un primo momento il Costantini era stato un assiduo lettore della letteratura modernista, conosceva YEssenza del cristianesimo dell'Harnack, Les Evangiles del Loisy che non erano ancora caduti sotto la sanzione del S. Ufficio. Una volta pronunciatosi il magistero e uscita l'enciclica Pascendi (1907), per il Costantini Pio X aveva salvato la religione e soprattutto aveva doverosamente tutelato la dimensione soprannaturale del dato rivelato dalle infiltrazioni di questo razionalismo* religioso . Nella sua penna il modernismo viene identificato negli aspetti radicali.
Sotto l'aspetto di ricerche scientifiche scrive il Costantini si adoperava il piccone per demolire il sacro edificio della Bibbia. Era uno smarrimento,
i0) C. COSTANTINI, I doveri del clero al principio del secolo XX, Roma, 1901, p. 16; forse il Costantini sentiva l'influenza del libro dell'Ellero uscito l'anno precedente: Le nuove tendenze del pensiero moderno e i doveri del clero. H Costantini tiene presente di più la vita interna della Chiesa, mentre l'Ellero la cultura moderna.
u> A. ROSMINI, Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, ed. cr. a cura di A. Valle, Roma, 1981, pp. 37-63.
Il Costantini cita il Rosmini a proposito deWJstruzione ài Gregorio XVI Sul Clero indigeno (1845), cfr. C. COSTANTINI, Ultime foglie. Ricordi e pensieri, Roma, 1953, pp. 351-352. Sotto il profilo della cultura del clero, il Costantini ne sente l'influenza tramite E prozio, focoso apologeta del Rosmini, il sacerdote don Antonio Cicute, su cui scrisse: In memoriam. Don Antonio Cicuto. "Note biografiche e saggi dei suoi scritti, Pordenone, 1947; sulla vicenda del Cicuto: P. ZOVATTO, Rosminia-nesimo e tomismo nella diocesi di Concordia-Pordenone nella polemica tra don A. Cicuto e il vescovo D.P. Rossi O.P., Roma, 1972.