Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Friuli. Modernismo
anno <1996>   pagina <38>
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Pietro Zovatto
trascurata finora troppo, e non da noi soltanto, come elemento di studio reli­gioso e apologetico, comincia ora ad avere nel nostro seminario un'applicazione larga e seria agli studi teologici, com'è desiderio del S. Padre così efficace promotore di questi metodi.18*
E quanto l'Ellero fosse sensibile alle nuove tendenze del pensiero moderno lo testimonia il giudizio che egli emette nei confronti del filo­sofo neotomista del seminario, mons. De Giorgio, di cui giudica il testo pur sempre, anche invecchiato, una sintesi insigne della filosofia, rivela­trice di un forte ingegno . E un giudizio affine egli avrebbe certamente pronunciato anche nei riguardi della filosofia di Ivan Trinko, che rima­sticava il neotomismo riproponendolo all'interno dell'universo culturale cattolico, senza avvertire il soffio della nuova cultura che si respirava nelle università e negli ambienti liberali del Friuli e dell'Italia, ma so­prattutto senza trovare una via di conoscenza diretta del pensiero mo­derno per scoprirne le intime aspirazioni. Sul primo scorcio del secolo Ivan Trinko emerge con l'indubbio merito di essere stato uno slavista dignitoso, ma resta come estraneo nei riguardi della cultura moderna, anche se non gli mancava una certa sensibilità sociale rivolta soprattutto alla sua terra natia, la Slavia Veneta, nel periodo in cui fu consigliere provinciale di Udine (1902-1911).
Nella poliedrica personalità di Giuseppe Ellero la questione sociale assumeva un posto di particolare rilievo; sotto i suoi occhi, infatti, si presentava certamente critica la situazione economica del Friuli. La mag­gior parte della popolazione, religiosamente pia e praticante secondo la tradizione tridentina, era dedita perlopiù alla agricoltura e trascinava una esistenza grama, ricorrendo spesso all'emigrazione, mentre la classe bor­ghese ancora sorda al problema sociale, concentrava i propri sforzi per accedere ad un sempre maggiore profitto con l'apparire dell'industrializ­zazione che muoveva i primi passi nella regione friulana .19)
lg) [P. PASCHINI - G. ELLERO], Il seminario di Udine, cit., .p. 470. La riforma degli studi per la formazione ecclesiastica consisteva nella introduzione del metodo critico-storico. La sociologia introdotta nell'insegnamento del seminario è da intendersi come dottrina sociale della Chiesa seguendo la Rerum Novamm.
Sulla situazione dei seminari in Italia: M. GUASCO, Fermenti nei seminari del primo '900, Bologna, 1971 e IDEM, Seminari e clero nel '900, Gioiscilo Balsamo (Mi), 1990, pp. 165-232.
W Sullo sviluppo economico e sociale della regione friulana, cfr. A. STELLA, Un secolo di storia friulana (1866-1966), Udine, 1967, pp. 33-35, ove si nota che lo sviluppo economico fu notevole, da cui, però, poco vantaggio ne trassero i contadini e gli stessi operai; ma soprattutto N. PARMEGGIANI, Gli stadi dello sviluppo indu­striale della provincia di Udine, Udine, 1966. Sull'emigrazione in Friuli, cfr. il n. unico di Qualestoria, n. 3, 1982, l'art di F. MICELLI, Emigrazione friulana (1815-1915). Liberali e geografi, socialisti e cattolici a confronto, pp. 5-38.