Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Friuli. Modernismo
anno <1996>   pagina <41>
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G. Ellero e il modernismo nel Friuli 41
assieme al metodo critico-storico, anche il suo linguaggio. E il metodo critico-storico rapportato ai problema sociale dà luogo alle scienze so­ciali che gli studiosi d'ispirazione cristiana come Ketteler, Lemire, Ca-threin, Decurtins e Toniolo hanno saputo ricavare:
Una democrazia senza minacce scrive l'Ellero per la quale dal cupo fondo delle sue miserie può elevarsi il proletariato, non col ghigno della ven­detta sul labbro, ma col sorriso della fratellanza cristiana, la quale al di so­pra di una livellazione assurdamente materiale, sa affermarsi nello spirito per scendere di là a beneficiare il corpo e menar tutti ad assidersi senza rimpianti e senza rossore al posto onorato che spetta a ciascuno, nella bella e necessaria gradazione sociale.22)
Si può opportunamente rilevare che in questa definizione di demo­crazia cristiana allestita dall'Ellero non riecheggiano certo suggestioni mur-riane, ma si accettano le tesi di fondo della Rerum Novarum, cioè il miglioramento delle condizioni materiali del proletariato; l'urgente atten­zione data agli aspetti etici di questo problema che non si riduce alla sola dimensione economica, ma coinvolge tutto l'uomo nella sua integra­lità; la solidarietà tra le categorie sociali senza concessioni alla lotta di classe; ed infine l'acquisizione dei diversi ruoli delle classi che formano nella distinzione delle articolazioni una bella e necessaria gradazione della società.
Questo penetrante osservatore della evoluzione culturale e sociale del mondo moderno, Giuseppe Ellero, a cui va doverosamente aggiunto Pio Paschini, quando si trovò senza il supporto di un pontificato aperto come quello leonino ma del successore Pio X, nel 1903 avvertì che si cominciava ad alimentare il sospetto attorno al suo magistero. Le sue aperture per aggiornare la cultura ecclesiastica friulana a quella cattolica europea e alla cultura tout court trovavano tepidi riscontri non solo nella istituzione diocesana, ma anche tra il clero parrocchiale e tra il laicato colto . Esperimentò, invece, l'oppugnazione più aspra nell'avvocato Vin-
G. ELLERO, Le nuove tendenze del pensiero moderno e i doveri del clero, Udine, 1900, p. 24. Questo lavoro è come un concentrato dell'altro quasi omonimo (Le nuove tendenze del pensiero e l'atteggiamento del cattolicesimo, cit.) con -in più la indicazione pastorale concreta fatta di mitezza e di carità in simbiosi con l'auscul­tazione della cultura moderna. Questi due scritti dell'Ellero si possono completare con l'altro suo: Le nuove tendenze del pensiero all'aprirsi del secolo XX, in Rivista internazionale di scienze sociali, IX, 1901, pp. 383-403,
23) Sull'impulso dato alla cultura da Leone XIII, cfr. R. AUBERT, Il risveglio culturale dei cattolici, in La chiesa e la società industriale (1878-1922), a cura di E. Guerriero e A. Zambarbderi, XXII/2, Milano, 1990, pp. 193-245; per la bibl. su que­sto particolare tema, la n. 1 di p. 193.