Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Friuli. Modernismo
anno <1996>   pagina <42>
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Pietro Zovatto
cenzo Casasola, tetragono nella sua intransigenza sotto ogni rispetto, che gli rimproverava (in particolare al Paschini) di aver dissolto la tradizione marciana aquileiese secondo cui S. Marco, discepolo di S. Pietro, era stato il missionario delle origini cristiane di Aquileia. E le due arcidio-cesi, di Udine e di Gorizia, rappresentavano l'eredità diretta di quell'in­signe patriarcato.
Questa polemica che portò diversi altri strascichi costituiva una de­nuncia del metodo critico-storico che rappresentava la punta di diamante della modernità promossa da Leone XIII. Anche se il papa aveva pre­scritto il tomismo alle università cattoliche e ai seminari come unica filosofia capace di avviare allo studio di una sana teologia, in una lettera (18 agosto 1883) aveva decretato l'apertura degli archìvi vaticani, aveva favo­rito lo studio della storia che doveva rigidamente attenersi ad un criterio non osare dir nulla di falso, né tacere nulla di vero nell'uso diretto delle fonti archivistiche. Doveva cioè ottemperare al criterio della obiet­tività , per quanto di obiettività si può ammettere nella storia. Questa osservazione poteva essere intesa quale abbandono da parte della storio­grafia cattolica dell'atteggiamento di fondo comunemente invalso di atte­nersi all'apologia.
L'atteggiamento papale più completo nei riguardi della Bibbia si può trovare nell'enciclica Providentissimus Deus (1893).24) A parte l'analisi e la nozione di ispirazione biblica formulazione particolarmente felice della dottrina cattolica , il papa passa a considerare quelle che sono le parti scientifiche e storiche . Quello che costituisce il nucleo essenziale è di affermare la necessità di sviluppare gli studi critici secondo i proce­dimenti che l'enciclica stessa suggerisce. E sotto il profilo pratico invita a studiare le lingue dell'antico Oriente e a promuovere delle società che abbiano per fine lo studio scientifico della Bibbia. Anzi la scrittura do­veva costituire come l'anima [eiusque prope sit anima) nel suo nesso e influsso sulla teologia. Più volte Lagrange, il noto esegeta francese bene­merito per la rinascita degli studi biblici da parte cattolica, ricorse all'autorità di questo documento per avallare il suo magistero scientifico di studioso, poiché tra la critica esegetica e la teologia non dovevano insorgere contrasti, ma solo una mutua vicendevole assistenza nella indi­viduazione ed esposizione dei problemi e nel comune sforzo di risolverli.
Sembra doverosa la ricerca della nozione di modernismo che l'Ellero
24> G. RINALDI, La cultura cattolica nell'età leonina. Gli studi biblici, in Aspetti della cultura cattolica nell'età di Leone XIII, a cura di G. Rossini, Roma, 1961, pp, 662 e passim, e il recente G. GHIBERTI, Esegesi biblica e interesse alla Bibbia in Italia, in AA.VV., La Bibbia nell'epoca moderna e contemporanea, a cura di R. Fabcis, Bologna, 1992, -pp. 224-245; ai prospetta da storia dell'esegesi in Italia dal Concilio Vaticano I al Vaticano IL