Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Friuli. Modernismo
anno <1996>   pagina <45>
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G. Ellero e il modernismo nel Friuli 45
Nel clima di foga repressiva instaurato dall'enciclica papale era quasi impossibile comprendere le aperture critiche della nuova metodologia scien­tifica del seminario di Udine, di accogliere cioè i nuovi spunti ói ricerca nell'interpretazione delle tradizioni inerenti le origini del cristianesimo ad Aquileia, di ipotizzare inedite prospettive di studio che nel loro insieme globale contribuissero a formare un atteggiamento mentale di interessata attenzione del clero nei riguardi della cultura moderna a cavallo dei due secoli, tra Ottocento e Novecento.
Il procedere aprioristico e imperativo dell'enciclica coglieva tanti sparsi fermenti culturali, li ipostatizzava nella loro espressione radicaliz-zata, connettendoli in un sistema organico di eterodossia formale, sintesi di tutte le eresie . Sembra quasi inutile affermare che nel seminario di Udine il modernismo non poteva in alcuna maniera essere visto come un razionalismo nei termini che il dettato del decreto Lamentabili (1907) e dell'enciclica P ascendi (1907) proponevano che vanificasse il fonda­mento ontologico della trascendenza dopo aver spezzato il rapporto armo­nico tra fede e ragione della secolare tradizione tomista. Anche se in un primo momento le simpatie elleriane per il Loisy erano evidenti, in nessun modo il professore del seminario di Udine avrebbe negato la di­vina ispirazione della scrittura o estromesso la divina provvidenza dalla storia, pur ammettendo che la storia, compresa quella ecclesiastica, va sottoposta allo statuto critico della moderna metodologia scientifica. Que­sto atteggiamento costituiva piuttosto una consapevole adesione al metodo critico-storico della ricerca per assumere gli strumenti idonei alle nuove scienze sociali, filologiche e storiche al fine di aggiornare la cultura ec­clesiastica nell'istituzione diocesana volta alla formazione culturale del clero. In quel generale turbamento causato dal primo impatto tra cul­tura ecclesiastica e metodo critico-storico, inquietudine più che imbarazzo dello spirito che portò soprattutto l'Ellero a dilacerazioni di coscienza prodotto da uno squilibrio intellettuale , mai egli avrebbe ac­cettato una radicale critica al cristianesimo che mutilasse anche solo par­zialmente il sacro deposito dei dogmi .
Di modernismo nel seminario di Udine venivano sospettati soprattutto i due docenti più rappresentativi, Giuseppe Ellero per la sua attitudine
omnium hacreseon coni ectimi esse affirmemus . Certo nel modernismo si poteva tro­vare una tendenza all'immanentismo, al far prevalere la ragione sulla fede, ma anche si sentiva il problema della povertà delle masse, l'esigenza a rinnovare l'apologetica e il bisogno dà una più profonda spiritualità. Per quest'ultima ragione i cenacoli mo­dernisti si caratterizzavano per un certo piglio aristocratico.
Sul p. Rosa cfr. A. ZAMBAEBIERI, II cattolicesimo tra crisi e rinnovamento. Ernesto Buonaiuti ed Enrico Rosa nella prima fase della polemica modernista, Bre­scia, 1979.