Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Friuli. Modernismo
anno <1996>   pagina <47>
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G. Ellero e il modernismo nel Friuli 47
disse dell'amico Lanzoni, per quanto attiene una corretta nozione di tra­dizione. Infatti se si sa distinguere una tradizione apostolica da una tra­dizione ecclesiastica nelle origini cristiane, sembra che ci si possa inoltrare in questa delicata e complessa problematica senza coinvolgere il dogma cristiano. Il Paschini parlando del Lanzoni espone una convinzione ma­turata nella sua stessa esperienza personale a Udine:
Uno dei concetti più difficili a far entrare nella testa di tante brave per­sone era quello di tradizione: pareva loro cosa dura ammettere che tante brave persone potessero essersi ingannate magari per secoli a proposito di avvenimenti e di credenze, e pensavano che osar toccare quanto portava (a ragione o a torto) il crisma dell'antichità mettesse in serio pericolo le basi della fede. E non s'accorgevano che la tradizione divina apostolica, della quale tratta il Con­cilio di Trento, era tutt'altra cosa da quella di tradizioni umane anche antiche e tenute in venerazione [...].
E non si pensava che segnando tale corrente di pigrizia e di paura, si ritardava il progresso della scienza e si privava insieme la Chiesa di quell'aiuto che le sarebbe stato tanto utile nello smascherare le teorie dei suoi avversari e neU'orfrire gli argomenti più opportuni per procedere con quel sano criterio di modernità che la rendono più rispettata e più rispondente alle esigenze dei tempi mutati .
E per Pio Paschini la quaestio marciana era sorta tardivamente ri­spetto al periodo finora attribuitole, probabilmente nella regione aqui-leiese-gradese in un periodo cronologico situabile dopo il VI secolo con motivazioni antiromane per poter giustificare l'usurpazione del titolo di patriarca contro le pretese del papa Pelagio lei suoi successori e con­tro il concilio Costantinopolitano II (553) per giustificare lo stato di sci­sma dovuto alla questione dei Tre Capitoli. Tre secoli dopo, nel IX secolo, la questione marciana in un mutato contesto si presenta in chiave ro­mana per ottenere questa volta che essa contribuisse a risolvere i pro­blemi sorti tra il patriarca di Aquileia e di Grado. Sotto quest'ottica S. Marco evangelizzatore di Aquileia porta con sé Ermacora, designato vescovo, per farlo ordinare da S. Pietro, divenendo così il primo vescovo d'Italia poiché Aquileia ne era la città più importante.
Il Paschini, rigido seguace della critica, aveva la consapevolezza di aver demolito un mito che la tradizione ormai millenaria aveva conside­rato una veneranda e sacra verità storica d'origine apostolica e perciò intoccabile anche alla critica. Per questo motivo il risultato scientifico poteva provocare crisi di rigetto psicologico e morale, ma soprattutto d'ordine teologico, cioè accuse di eterodossia, nel clero e nel laicato colto .
Al fine di premunirsi dalla facile accusa di modernismo, nella se-
32) P. PASCHINI, SU Mons. Lanzoni, in Rivista di storia della Chiesa in Italia, 2, 1963, pp. 257-258.