Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Friuli. Modernismo
anno
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1996
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pagina
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52
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52 = Libri e periodici
quello composto di trattazioni di carattere generale; vi trovano collocazione ragionevole i seguenti soggetti: Pratiche e tradizioni religiose nell'Europa rivoluzionaria (1770-1820), L'enciclica Rerum novarum nella corrispondenza dei vescovi con il papa, Gli statuti rurali come fonte storico-antropologica delle autonomie, L'emergere storico della frattura Nord-Sud, Le chiese di famiglia in Italia e in Francia, Fra quietismo e satanismo nel ducato di Modena nel XVIII secolo.
Nella quarta parte raggruppiamo gli svolgimenti riconducibili a situazioni determinate da occasioni culturali varie; vi includiamo i seguenti scritti: Giuseppe De Luca e Giovanni Papini, Hebert Jedin e la storia della Chiesa, Scritti economici di Antonio Genovesi, Le lettere di Jacques e Ralssa Maritain a don Giuseppe De Luca, Omaggio a Carlo Bo, Le paure e i silenzi del nostro ieri.
Nella delineazione che abbiamo esposto non abbiamo tenuto conto della differenziazione operata dal De Rosa, che confina in appendice alcuni saggi di buona validità quanto gli altri; certo, bisogna considerare che le demarcazioni non sono così nette e, proprio perché il discorso è rigorosamente coerente, ogni contributo s'innesta nella logica del disegno complessivo e concorre a renderlo unitario e organico. Un po' qua, un po' là, si rinvengono motivi autobiografici, che sono utili peraltro a raccordare ancora meglio i vari apporti; questi, però, sono più evidenti nell'ultimo svolgimento, più che mai vivificato dal calore di un'bumanitas che è derivazione diretta di saggezza e di vivezza di partecipazione. Lo attesta più che mai la frase conclusiva di tutto il volume: Conoscere meglio la nostra condizione materiale, umana, spirituale di oggi, alla luce del nostro recente o più lontano ieri, scoprire il bandolo nella arruffata e intricata massa dei meravigliosi, ma sconcertanti accadimenti della nostra età post-contemporanea può essere ancora il campo privilegiato di una ricerca, che non si può più specializzare, chiudersi in qualsiasi serra accademica, ma deve respirare tutto il clima, per certi aspetti esaltante, ma carico di tormenti, e i problemi non sono solo politici, dei nostri più profondi cambiamenti .
A confermare questa tensione autobiografica, edificante, perché ciascuno vi si può specchiare con le sue ansie e le sue speranze, Gabriele De Rosa chiude questo secondo volume di Tempo religioso e tempo storico, come aveva fatto per il primo, con la sua bibliografia , che questa volta parte dal 1987 per giungere fino al 1993: l'augurio esprimiamo, fervido dall'anima, che questo capitolo possa continuare per registrare i contributi di ancora lunghi anni di proficuo lavoro.
Possiamo ben dire, a conclusione di questa pagina, che il libro esaminato onora la vera cultura italiana, ma ci preme di più sottolineare come esso sia profittevole nella storiografia religiosa e quindi, per le interconnessioni intime e indissociabili che le collegano, nella storiografia generale. Essendo sostanzialmente altresì una traccia di vita e un diario di cultura, si pone come testimonianza viva del momento intenso, che stiamo vivendo, di civiltà dell'uomo.
GAETANO ANDRISANI