Rassegna storica del Risorgimento

Corsica. Italia meridionale. Storiografia. Secoli XVIII e XIX
anno <1996>   pagina <153>
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La Qtsica e il Mezzogiorno d'Italia I 153
mr Graves.6* In effetti, il Corbara e altri emigrati corsi, quali Giovan Bat­tista De Cesari e Giovan Francesco Boccheciampe, sarebbero stati al centro della reazione sanfedista in Terra d'Otranto nel febbraio 1799. Scambiato dalla popolazione pugliese, per un singolarissimo caso di allucinazione collettiva, per il principe ereditario Francesco di Borbone, il Corbara e i suoi compagni, tutti uomini d'azione quanto mai audaci e risoluti, non esitarono a porsi a capo della moltitudine, che tentarono, non senza suc­cesso, di organizzare politicamente e militarmente. Mentre però Corbara scomparve rapidamente di scena, essendo stato catturato il 19 febbraio da uno sciabecco barbaresco nelle acque di Corfù, dove si recava per solle­citare il soccorso della flotta anglo-russa, il Boccheciampe, che a sua volta si spacciava per il principe di Salerno, cadde fucilato dai francesi a Trani, dopo la disfatta di Casamassima del 5 aprile. Più fortunato, il De Cesari, scambiato per l'Elettore di Sassonia, continuò a segnalarsi nella riconquista borbonica del regno sino alla presa di Capua, venendo ricompensato con la pensione di 4.000 ducati annui, il titolo di barone e il grado di gene­rale di brigata T*
Quando, nel 1806, Napoleone s'impadronì del regno di Napoli, i francesi vi trovarono ancora numerosi emigrati corsi. Parecchi di questi si posero a disposizione di Giuseppe Bonaparte, a condizione di servire nel Mezzogiorno e non in Francia, ma il nuovo sovrano, non fidandosene, ordinò di farli ricondurre nell'isola. Il provvedimento incontrò peraltro la disapprovazione di Napoleone, perché riteneva che essi avrebbero em-pesté la Corsica, e che pertanto ordinò di farli arrestare e condurre nel forte di Fenestrelle, in Piemonte, in quanto coupables de rébellion .
ASN, Esteri, f. 674.
V. DURANTE, Diario storico delle operazioni intraprese nelle due province di Bari e Lecce contro i nemici dello Stato e del Trono da due offiziali anglo-corsi Don Gio. Francesco de Boccheciampe e Don Gio. Battista de Cesari, Napoli, 1800, ora in T. PEDIO, Giacobini e sanfedisti in Italia meridionale. Terra di Bari, Basilicata e Terra d'Otranto nelle cronache del 1799, Bari, 1974, voi. I, pp. 327-381; A. LUCARELLI, L'avventura degli anglo-corsi in Puglia, in ASC, 1932, n. 8; ID., La morte di Fran­cesco Boccheciampe, in ASC, 1933, n. 3; ID., La Puglia nel Risorgimento, voi. II, La rivoluzione del 1799, Bari, 1934, pp. 230-246 e passim. Anche il defunto Bocche­ciampe, di cui si ignorò a lungo ila sorte, e che si riteneva erroneamente prigioniero dei francesi, ricevette le stesse ricompense del De Cesari. Il suo postumo titolo baro­nale sarebbe stato successivamente reclamato da un suo nipote, quel Pietro Bocche­ciampe passato alla storia come delatore dei fratelli Bandiera.
Cfr. Mémoires et correspondance politique et militaìre du Roi Joseph, par A. Du Casse, Paris, 1853, voi. II, p. 235*. Tous les Corses qui ont été au service des Anglais, à Naples, viennent d'arriver; je leur fais donner l'ordire de retourner dans teux département (Giuseppe a Napoleone, 15 maggio 1806). Il 24 maggio Napoleone cosi replicava: Vous avez tori d'envoyer les Corses qui ont servi des Anglais dans les départements: ils me les empesteront. Dirigez-les sur Alexandrie, et faites-m'en passer l'étst; je verrai à en fotmer un corps (p. 252). Ctr. anche la lettera di Giù-