Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Roma. Questione sociale. Secoli XVIII-XIX
anno
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1996
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pagina
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443
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Assistenza e beneficenza a Roma - La mendicità 443
Francesco Cervetti, che nella conduzione dei circa 90 giovani ospitati nel reclusorio maschile era affiancato dal prete Giuseppe Barlai, rispettava i nuovi principi e teneva fede a quella pedagogia, cui si è accennato, che invitava a raddrizzare subito il tenero alberello: quella strada [che] viene intrapresa nel tempo della gioventù, non si lascia comunemente neppure nella vecchiezza . Per ottenere buoni risultati occorreva educare il ragazzo alla virtù con un'educazione basata sull'assidua pratica di Esercizi di pietà, esercizi di lavoro, esercizi di cultura civile o disciplina .8) Il regolamento che il Cervetti elaborò si divide in queste tre parti, e, complessivamente, consta di ben 50 articoli. Metodo, buon ordine [...] ed esercizi formano il tutto da cui risulta la cristiana educazione .9) Il tempo all'interno dell'orfanotrofio era organizzato su ritmi circolari: Appena levati la mattina, alzino le menti a Dio [...] si dica dalla guardia al suono della campana Sia lodato , quindi s'intoni l'orazione che sarà prescritta [...] al segno della messa si portino in cappella per ascoltarla [...], dopo la messa si recitino le litanie [...] avanti di cominciare il lavoro si dica YActiones nostra, il che si faccia ogni volta che si ripiglia come VAgnus allorché si termina .10) Al controllo dei ragazzi, impegnati negli esercizi spirituali che si protraevano dalla sera *li Natale all'8 gennaio e che comprendevano la confessione settimanale e il ritiro detto della buona morte da praticarsi 4 volte l'anno, erano preposte delle Guardie , scelte tra i più anziani ospiti, e i prefetti delle opere spirituali . A loro era raccomandata la massima sollecitudine nel riferire al Cervetti ogni trasgressione, preparando liste di punibili. Le verifiche attuate dalla direzione erano d'altronde continue: In tempo di tavola si legga la vita di qualche santo e, di tanto in tanto, il direttore interroghi i giovani che daranno conto della loro attenzione .n)
Non v'è malizia che non venga suggerita e fomentata dall'ozio , quindi il giovane che non avesse appreso un mestiere con cui procacciarsi il pane sarà certamente un giovane vizioso . Pertanto, il tempo del lavoro si apprenderà dai giovani come un tempo nel quale si formano un capitale di merito dinanzi a Dio . Il lavoro, dunque, assume una valenza quasi salvifica, mentre, al contrario, il povero ozioso è una figura negativa dalla quale guardarsi: Molto più reo sarebbe colui che lavorando ed attendendo poco, eccitasse con l'esempio e con le parole gli altri all'infingardaggine e alla poltroneria .12)
*> Ibidem.
9 Ibidem.
W> Ivi, "Degli esercizi di pietà, punti 6, 7, 8, 9.
) Ivi, punto 10.
12) Ivi, Degli esercizi del lavoro, punti 3, 5.