Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Questione sociale. Secoli XVIII-XIX
anno <1996>   pagina <444>
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Luciano Nasto
Il ragazzo dev'essere educato al travaglio , i maestri giudiche­ranno se sarà meritevole di un piccolo premio in denaro: non vi sarà né patto stabile né premio stabile. Il lavoro quotidiano, 9-10 ore a seconda dell'età e della stagione, era scandito secondo regole mo­nastiche da preghiere e brani del rosario da recitarsi di tanto in tanto; il più assoluto silenzio doveva regnare nei laboratori dai quali non ci si poteva muovere. Tutto si svolgeva sotto gli occhi dei controllori del lavoro .B)
Lavoro e preghiera possono risultare inutili alla formazione del ra­gazzo che presto sarà uomo. Perché quanto ha imparato produca buoni frutti occorre il sostegno di una solida disciplina che renda durevole l'apprendimento, condizionando gli individui.145 Rotta la siepe è deva­stata la vigna .,5) L'argine da porre alle passioni che possono distogliere dai virtuosi propositi è posto con minuzia, innanzitutto prevenendo ogni accordo solidale tra i giovani con una rigida separazione degli spazi e delle persone: sia affatto proibita la comunicazione di una camerata con l'altra e quelli di una camerata non possono parlare con quelli dell'al­tra [...]; questo s'intende in tutti i tipi di ricreazione, riposo e di spas­so .16) I momenti nei quali i ragazzi non erano impegnati nel lavoro o nella preghiera erano guardati con preoccupazione dal Cervetti: Sono proibiti i scambievoli regali, tanto in tavola che fuori di tavola .17) Du­rante la breve ricreazione pomeridiana era proibito severamente il se­pararsi dagli altri e fare compagnia privata tra due o tre .,8) A questi punti il fondatore aggiungeva principi ancor più duri venati da una certa sessuofobia: le amicizie particolari nella comunità sono il principio della discordia e della insubordinazione. Sieno affatto escluse dal nostro ospi­zio. Amici di tutti, confidenti di nessuno . Nelle rare uscite il gruppo doveva marciare in silenzio e secondo le divisioni della camerata , si doveva poi evitare ogni seppur innocente contatto fisico: niuno porti per mano o si appoggi comunque al compagno sotto pena di pane ed acqua .I9)
A far rispettare con una sorveglianza indiscreta, queste regole, erano preposti i prefetti di polizia , scelti tra gli ospiti più zelanti, che co-
U) Ivi, .punto 10.
W Sull'argomento e disciplina utile la lettura di MICHEL FOUCAULT, Surveiller et punir. Naissance de la prison, Paris, 1975, trad. it, 1976, pp. 147-212.
M> ASR, Camerale III, b. 2074. Ospizio dei poveri orfani ai Chiavari. Regole per l'ospizio dei poveri orfani derelitti. Degli esercizi della cultura civile.
M) Ibidem.
w Ivi, punto 14.
I8> Ivi, punto 15.
M> Ivi, punto 19.