Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Roma. Questione sociale. Secoli XVIII-XIX
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1996
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445
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Assistenza e beneficenza a Roma - La mendicità 445
stituivano assieme alle guardie , ai prefetti del lavoro e ai prefetti delle opere pie , un apparato di vigilanza attivo anche durante la notte nelle camerate, sempre iUuminate, nelle quali vi potevano essere non più di 20 giacigli e ogni letto sia alquanto discosto dal letto del vicino .20)
L'esercizio, continuo, pervasivo, può creare una personalità di uomo e operaio virtuoso condizionandone il comportamento nei confronti del lavoro, al quale è dovuto quasi religioso rispetto: esercitare l'attenzione, ciò non può avvenire nel chiasso, il silenzio è l'anima del lavoro . L'esercizio è la base del'ortopedia sociale.
Lo sforzo che lo Stato pontificio compiva in quegli anni tentando di dare impulso alle proprie strutture produttive fu interrotto, come è noto, dall'instaurarsi della Repubblica e dall'arrivo dei francesi. I tentativi condotti, in buona parte sotto la regia di monsignor Ruffo, furono annullati dagli eventi. Gli ospiti dei conservatori videro la già misera condizione di vita ancor più peggiorare a causa delle scelte dei francesi che vollero demolire in buona parte la vecchia rete assistenziale. L'orfanotrofio di via dei Chiavari nel 1809 contava soltanto 41 ragazzi e non possedeva più alcuna manifattura . I giovanetti erano costretti a cercare lavoro nelle piccole botteghe artigiane ove non percepivano alcun compenso, salvo un giornaliero piatto di minestra.2l) Non v'erano più i maestri, il personale era ridotto ai vecchi sacerdoti Filippo Guidi e Cesare Maria Storace che avevano preso il posto del Cervetti morto nel 1794. In una lettera al ministro delle Finanze Janet i due preti lamentavano l'impossibilità di pagare i debiti accumulati con i fornitori e chiedevano che fosse fornito almeno lo vestiario .22)
La situazione economica dello Stato pontificio era pessima anche a causa dei tributi imposti dai francesi. In questo contesto si trovò a operare Pio VII che, dopo essere stato eletto papa a Venezia era riuscito a fare il suo ingresso in Roma il 3 luglio 1800.
M> In relazione al controllo notturno delie camerate CARLO LUIGI MONCHINI, op. cit.t voi. II, p. 59, riferisce che Tata Giovanni dormiva qualche ora la mattina, ma vegliava tutta la notte, passeggiando colla sua corona in mano e colla sferza nell'altra .
2i) ASR, Camerale III, b. 2074. Dettaglio e specchio degli orfani abbandonati sotto il titolo della Beata Vergine Assunta in cielo posto olii Chiavari, Lettera al sig. Janet, Ministro delle Finanze, Roma 30 dicembre 1809. Sulla situazione economica a Roma in quel periodo, RENZO DE FELICE, Aspetti e momenti della vita economica a Roma e nel Lazio nei secoli XVIII e XIX, Roma, 1965, pp. 6-51. Anche GIULIANO FRIZ, Consumi, tenori di vita e prezzi a Roma dal 1770 al 1900, in Archivio economico dell'unificazione italiana, serie II, voi. 22 (1980), pp. 145-156. Sull'azione del cardinal Ruffo, E. PISCXTELLI, Fabrizio Ruffo e la riforma economica dello Stato pontificio, in Archivio della società romana di storia Patria, a. LXXIV (1951).
W ASR, Camerale III, b. 2074. Dettaglio e specchio..., cit.