Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Questione sociale. Secoli XVIII-XIX
anno <1996>   pagina <450>
immagine non disponibile

450
Luciano Nasto
neva, invece, qualcosa in meno, secondo i casi 3/4 o 1/2, del soccorso assoluto . Per lo più gli aiuti erano erogati in viveri o, a giudizio del medico dei poveri, in medicinali e vino. I Bureau di Carità, che traevano dalle elemosine e dai doni il loro finanziamento, dovevano vigi­lare sul pericolo della poltroneria . Uno dei loro compiti era quello di far nascere l'abitudine ed il gusto del lavoro ne' ragazzi , tentando di formare delle scuole d'industria , di 10 o 20 elementi di ambedue i sessi, presso qualche artigiano onesto nei piccoli centri, sotto la direzione di qualche manifatturiere , nelle città.37* I giovanetti, dovevano essere nutriti e vestiti dalla scuola istessa in ragione de' loro progressi .
La politica francese nei confronti della mendicità non mancava dun­que di elementi di improvvisazione e di un certo empirismo che indu­cono a pensare che le proporzioni del fenomeno fossero difficilmente con­trollabili anche da chi non aveva remore a mettere in pratica una dura metodologia.
Al suo ritorno, il 24 maggio 1814, Pio VII trovò una situazione ancor più grave. La crisi economica si accentuava sempre più è nuovi mendicanti provenienti dalle campagne e dai piccoli centri vicini invade­vano la Dominante. Nel luglio dello stesso anno un editto a firma del cardinal Pacca, Prosegretario di Stato, decretava l'espulsione dalla città di tutti i mendicanti, compresi saltimbanchi e ciarlatani , non romani sotto la pena di 5 anni di lavori forzati per gli uomini e di 5 anni di carcere per le donne.39* Questo tentativo, come tante altre volte nel passato, si rivelò poco efficace. Pio VII si risolse a raccogliere sull'argo­mento i pareri di esperti più o meno improvvisati come la società di persone che si propongono di togliere affatto da questa capitale del mondo gli accattoni, i mendici, i vagabondi che proponeva di raccogliere i poveri di ogni età in case di lavorazione , fabbriche, cioè, che non avrebbero fruito di finanziamenti statali e che in breve tempo sarebbero dovute quindi divenire del tutto autosufficienti.40* Un articolato progetto, indirizzato al cardinal Consalvi, autore forse monsignor Cristaldi, preve­deva invece la quasi totale abolizione dei grandi reclusori, tenendo ben fermo un vecchio principio: ogni città pensi ai propri poveri . Secondo questo piano lo Stato pontificio avrebbe dovuto promuovere i lavori pub­blici, inoltre tasse comunali si sarebbero dovute imporre per creare fondi
37J ASR, Camerale ITI, b. 2076. Istruzioni per i Bureau di carità nel diparti­mento di Roma, foglio a stampa, s.d.
38) Ibidem.
W L'editto a firma del cardinal Pacca, Roma 18 luglio 1814, tip. Lazzarlni, fo­glio a stampa, è conservato nella Bibliotèca di storia moderna e contemporanea di Roma, 21.19.15/69.
4) ASR, Camerale III, b. 2076. Riflessioni di provvedimento sulla mendicità umiliata al trono di S. S. Pio VII, s.d.