Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Questione sociale. Secoli XVIII-XIX
anno <1996>   pagina <454>
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Luciano Nasto
966 erano dunque gli ospiti del conservatorio del Laterano.55 Le donne recluse nell'ex convento di via Santa Croce in Gerusalemme erano invece 447, tra queste v'erano 69 bambine in età compresa tra i 3 e i 10 anni. Nei due reclusori v'era quindi una popolazione complessiva di 1.413 anime.54* Lo Stato che aveva stanziato 50.000 scudi nel 1816 per il con­trollo della mendicità già nel 1819 si vedeva costretto all'aumento di varie tasse in quanto la spesa era salita a 120.000 scudi. Le famiglie sussidiate nello stesso anno, 1819, erano a Roma, limitatamente a 48 parrocchie, più di 2.100 per una spesa giornaliera di 110 scudi.59
Le disastrose condizioni facevano sì che si desse il permesso a molti di lavorare al di fuori degli ospizi. Nel nuovo reclusorio delle Terme, dall'ambiente insalubre , i 107 ospiti, uomini, nel 1817, esercitavano, quasi tutti, un mestiere al di fuori dell'Istituto. 52 di essi si recavano nei laboratori di tre lanari i cui nomi erano: Pietruzzi che svolgeva la sua attività in via della Lungara e accanto la basilica di Santa Maria Maggiore, Vincenzo Sinibaldi che aveva una grande bottega in via del Mascherone, Bunnicelli che nelle vicinanze del Campidoglio cardava e fi­lava la lana. Altre 4 persone erano impiegate come tessitori in via san­t'Apollinare; 12 raggiungevano invece i laboratori di calzolari, sediari, canestrari, falegnami, calderai e staderari nelle vie che ancor oggi recano questi nomi; 32 erano occupati nel granaro accanto la Certosa e sol­tanto 7 erano impiegati all'interno come sarti o capostanza.59 Sembra op­portuno evidenziare da un lato le contraddizioni e i prodromi del falli­mento del Piano di Pio VII, dall'altro i sintomi di una mutazione, a Roma, di quell'universo concentrazionario che la città aveva conosciuto in altre epoche. Certamente l'emergenza ormai cronica condizionava le mosse delle autorità dello Stato pontificio che si rendevano conto del­l'impossibilità di risolvere la questione della mendicità facendo ricorso soltanto alla politica della reclusione massiccia, pur non riuscendo a in­dividuare, in quel momento, soluzioni migliori o davvero alternative.
Negli ospizi e negli ospedali mancava l'essenziale.575 Alcune note del
59 ASR, Camerale III, b. 2077. Nota delle rinchiuse nel deposito di San Gio­vanni che sono occupate o destinate per le diverse lavorazioni.
5*) ASR, Camerale HI, b. 2076. Popolazione alimentata nei reclusori di mendi­cità di San Giovanni in Laterano e di Santa Croce in Gerusalemme il dì 17 aprile 1817.
55) ASR, Camerale III, b. 2077. Ristretto di tutte le famiglie sussidate dal Pio Istituto generale di carità e di quanto giornalmente ascendono secondo le diverse rispettive parrocchie di Roma al 2 marzo 1819.
56) ASR, Camerale III, b. 2076. Nota degli individui nel reclusorio alle Terme occupati nei diversi rami del lavoro. Anche nel Conservatorio al Laterano, nello stesso anno, come riportato nel testo, 38 uomini erano impiegati in lavori all'esterno.
57) ASR, Camerale III, b. 2076. Lettera del doti. Andrea Primangeli a monsignor Bellisario Cristaldi, Roma 17 dicembre 1817.