Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Questione sociale. Secoli XVIII-XIX
anno <1996>   pagina <461>
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Assistenza e beneficenza a Roma - La mendicità 461
precisato, di un uomo da tempo defunto.81) Il prezzo delle viti fabbricate infine era, secondo questa relazione, pari o superiore al prodotto estero.82) Formare, sotto ogni aspetto, degli operai virtuosi. Questo progetto ancora una volta sembrava infrangersi contro la realtà. Questa volta la spregiu­dicatezza di moderni imprenditori cbe badavano soltanto al profitto, si aggiungeva ai soliti ostacoli.
Tuttavia il contratto con la ditta Carlandi fu rinnovato per altri 8 anni. I punti del vecchio accordo furono confermati con qualche modifica. Agli intraprendenti , fu assegnata ancora la forza lavoro degli indigenti, in numero, se necessario, superiore a 60. Il compenso spettante agli ope­rai erano i soliti 20 baiocchi a carico dello Stato. Gli uomini dovevano essere provvisti dalla Cassa dei Lavori Pubblici di un biglietto di ac­compagno e di un segno particolare costituito da una medaglia con un numero a partire dall'uno che avrebbe favorito l'identificazione degli ope­rai provenienti da Roma. Si sarebbe dovuto poi approntare un metodo , ossia una disciplina da rispettare soprattutto nelle ore notturne e mettere gli uomini sotto la direzione morale di un prete.83'
Lo stretto controllo sul personale, richiesto dal cardinal Riatto, presi­dente della Cassa dei Lavori pubblici, non fu tradotto in pratica. Gli operai, che lavoravano per 11 ore al giorno nella fabbrica di Villa Me­cenate profittavano del luogo nelle ore notturne, invece che per riposare, per godere di qualche libertà. Il parroco della vicina chiesa di San Sil­vestro, nel 1834, in una lettera indirizzata al Tesoriere Generale, mon­signor Tosti, elencava i disordini morali che avevano luogo nello stabili­mento: 1) La tolleranza di chi ha osato percuotere la sacra immagine di Maria Santissima. 2) La tolleranza di chi ha tenuto a mal affare le proprie figlie. 3) Che in detto luogo [Villa Mecenate] ha osato calpestare il biglietto [della] Santa Pasqua. 4) Che da me taluni ammoniti, mi hanno gravemente minacciato. 5) Che le donne di cattiva vita hanno ivi dormito. 6) Che le bestemmie siano [state] eseguite. 7) Che colà [sia frequentato da] donne di cattivo onore .84) Aggressività, sete di sesso,
> ASR, Camerale III, b. 2076, parte II, tit. Ili, busta 66, fase. 1896. Risul­tanza delle verificazioni assunte sulla fabbrica delle viti a mordenti in Tivoli appar­tenente alla Ditta Carlandi e Graziosi, s.d., ma dicembre 1832.
821 Ibidem. Come accennato, CadancU e Graziosi, con molta abilità avevano af­fittato o comprato tutte le ferriere della zona. In breve tempo riuscirono a imporre un aumento delle verghe di ferro di tre quattrini la libbra.
*?> ASR, Tesorìerato generale, Arti e commercio, b. 283. Originale delle risul­tanze del congresso di articoli fissati sul nuovo contratto della manifattura di Tivoli regnato dall'Eminentissimo Cardinal Riario presidente dei lavori pubblici, Roma, 31 ottobre 1834.
w) ASR, Tesorierato generale Arti e Commercio, b. 283. Lettera di don Gaspare Zorzi, parroco di San Silvestro indirizzata al Tesoriere Generale Monsignor Tosti. Tivoli, 2 ottobre 1834. Nella stessa collocazione archivistica si trova un'allarmata re­lazione della Segreteria Generale .per gli aitali di Stato indirizzata <tn data 2 settem-