Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno
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1996
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pagina
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469
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Sidney Satinino e il Torniamo allo Statuto 469
appoggiarsi sopra una maggioranza eletta liberamente dai comizi popolari e soprattutto, come effetto di ciò, in quella sua stabilità che è condizione primaria della riuscita di qualunque riforma e della prosperità generale del paese .z4) Con ciò si ponevano anche le condizioni di un progresso senza il rischio di rivoluzioni violente e sovversive , perché il suffragio universale avrebbe funzionato come valvola di sicurezza per t fermenti sociali ,25) incanalando nelle istituzioni e nella dialettica politica che vi si svolge apertamente, le ragioni di malcontento che, se compresse ed escluse, potevano essere pericolose. In questo ambito di maggiore ampiezza e solidità della politica, con una Camera in cui fossero rappresentati tutti gli interessi del paese, sarebbe stato poi fortemente ridimensionato il peso dei particolarismi e degli interessi settoriali, il ruolo politico delle consorterie e delle conventicole,261 favorendo così un maggiore amalgama fra le varie componenti sociali.
Questo rafforzamento dell'organismo nazionale avrebbe esaltato anche il carattere laico dello Stato. Sonnino non condivideva i timori per l'influenza clericale, forte soprattutto nelle campagne,27* né, tanto meno, voleva servirsi di questa per ragioni di conservazione sociale e politica, con il corollario di continuare a tenere i contadini nell'ignoranza e nell'asservimento.28* Faceva assegnamento sull'elemento giovane, tanto che proponeva l'abbassamento a ventuno anni per l'elettorato attivo,29* ma contava soprattutto, come sosterrà alla Camera nel 1881, sulla radicale incompatibilità ed opposizione di principio che a suo giudizio esisteva tra le posizioni della Chiesa ed i presupposti del suffragio universale. La- Chiesa era avversa a questo e allo stesso principio su cui poggiava, qualunque fosse l'influenza che potesse sperare dalla religiosità del popolo: Il suffragio universale non trae dal cielo il principio ài autorità, ma lo fa poggiare sulla terra. Ed il sentimento popolare è troppo semplice ed insieme troppo logico, per non informare allo stesso concetto, per non assimilare nel loro fondamento giuridico, la costituzione della Chiesa, di questo grande Stato teocratico, e quella dello Stato civile e nazionale. Riconosciuto nella sua interezza il principio elettivo come base di ogni autorità terrena, riconosciuto che lo Stato è la comunanza dei cittadini e non un governo fondato sopra un cerchio ristretto di eletti da Dio, ói capacità ispirate dalla grazia divina, la Chiesa vede messa in
24) Ivi, p. 13.
Ivi, p. 14; v. anche p. 29.
Cfr. Discorsi parlamentari, dt., ivi, p. 31.
P Ivi, p. 32.
Il suffragio universale, ck., p. 15.
2) Ivi, p. 13.