Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno <1996>   pagina <476>
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Rolando Nieri
cui, commentando la situazione politica o seguendo Viter del progetto di riforma elettorale che ha portato alla legge del 1882, si mettono in rilievo le crescenti alterazioni degli equilibri costituzionali e la degenerazione della politica. Si deplora, ad esempio, l'indebita intrusione dei deputati nell'am­ministrazione, con conseguente decadimento e disfunzioni di questa, e quello stato anormale di cose nel rapporto fra governo e deputati, basato sull'acqui­sizione di voti e la conservazione delle maggioranze parlamentari da parte del primo, in cambio di concessioni e favori ai secondi. In questo modo ogni deputato della maggioranza si crede chiamato alla partecipazione diretta nel governo e nello stesso tempo viene meno ogni serietà di sindacato parlamentare quando i deputati si mescolano e prevalgono nel­l'esercizio del potere esecutivo .521 Le conseguenze generali erano la debo­lezza dei governi e la loro incapacià a provvedere ai bisogni delle popo­lazioni, ma questa situazione favoriva anche la scarsa distinzione di pro­grammi fra i partiti, la loro minima coesione interna, per cui, invece di veri partiti politici, risultavano essere consociazioni di individui e coalizioni di interessi, che non corrispondono affatto alle vere diversità di opinioni e di programmi .53) Senza contare la diffusa dipendenza dei deputati dalle consorterie locali, che patrocinavano i propri interessi presso il potere cen­trale, tramite la contrattazione dell'appoggio al governo da quelli effettuata. Ne risultava un crescente decadimento morale e politico, cui l'introduzione del suffragio universale avrebbe potuto ovviare, ridimensionando il peso di interessi locali e settoriali, con ciò stesso agendo da freno contro la corruzione e permettendo la costituzione di governi solidi e veramente rap­presentativi .54>
La situazione degenerativa faceva venir meno ormai, a giudizio della Rassegna, anche le corrette procedure costituzionali. In occasione del ri­torno al governo di Depretis nel novembre 1879, dopo essere stato con­dannato con solenne votazione in luglio, si notava che egli perseguiva l'intento di ottenere ancora la sfiducia per obbligare il Re a sciogliere la Camera, in modo da essere lui a gestire le nuove elezioni. La Corona non aveva sostenuto le prerogative del Parlamento, esigendo che la crisi fosse preceduta da una manifestazione esplicita della rappresentanza na­zionale. In questo modo le nostre istituzioni precipitano e il paese capi­sce che la forma costituzionaile è una fantasmagoria. ... La teoria costitu-
33 L'amministrazione pubblica e il parlamentarismo, in La Rassegna settimanale, 29 giugno 1879. GEr. anche Le ingerenze indebite dei deputati e il suffragio univer­sale, ivi, 7 novembre 1880, nonché la recensione al saggio di M. MINGHETTI, I par­titi politici e l'ingerenza loro nella giustizia e nell'amministrazione (1881), ivi, 20 e 27 novembre 1881.
s3) Destra e Sinistra, ivi, 13 luglio 1879. Cfr. anche La trasformazione dei partiti, 6 giugno 1880, I partiti alla Camera, X agosto 1880, etc.
*0 Destra e Sinistra, dt.