Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno
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1996
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pagina
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477
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Sidney Sommo e il Torniamo allo Statuto 477
ziònale è bellissima e nei libri torna a capello: ma la pratica di essa è ora nauseabonda .55) Interessi di parte, intrighi, potere, erano la realtà e la corruzione investiva classe politica e corpo elettorale. Camera e governo sarebbero stati, anche dopo le elezioni, i fedeli rappresentanti di quella classe che del tentato risorgimento del nostro paese ha fatto un affare a proprio esclusivo beneficio .56) Dietro la degradazione della classe politica stava il pericolo di un sollevamento delle plebi agricole che minacciava l'ordinamento sociale. La corruzione politica e il pericolo sociale hanno la medesima radice. L'Italia si governa nell'interesse di una minoranza , mentre sarebbe stato necessario col suffragio universale far posto ai non abbienti e alla loro rappresentanza politica.
È nell'ambito di questo modo fortemente critico di valutare le tendenze della politica, che si collocano i due più importanti, anche se non i soli, articoli di Sonnino sui problemi politici e istituzionali, vale a dire Dove andiamo? e II parlamentarismo e la monarchia.5 In pieno regime della Sinistra al potere, essi esprimono, pur nella brevità dell'articolo, una delle critiche più precoci e approfondite alle disfunzioni del sistema parlamentare. Su di essi vale la pena di soffermarsi in maniera particolare, anche perché servono a chiarire, come si è accennato, i termini di riferimento del Torniamo allo Statuto, ed anzi vi si pongono i cardini su cui svilupperà la sua elaborazione. Considerandoli simultaneamente infatti, si può notare, nell'ambito del suo rigoroso argomentare, un contenuto molto simile a quello espresso nell'articolo del 1897, a testimonianza di una sostanziale continuità del pensiero di Sonnino. La prima, fondamentale precisazione che egli compie, riguarda la condizione per cui le istituzioni rappresentative possano acquisire carattere liberale. Per Sonnino infatti esse non sono necessariamente, ipso facto, anche istituzioni liberali; anzi, in date circostanze, possono essere il contrario. Eleggere il proprio despota scrive non significa in sé libertà . Libertà e rappresentanza, cioè, non sono la
La crisi ministeriale, ivi, 23 novembre 1879. La crisi è quella del secondo ministero Cairoli, cui seguì il terzo con Depretis all'Interno. Il terzo ministero De-pretis era caduto il 3 luglio sulla questione dell'abolizione del macinato. Sulla vicenda v. A. CAROCCI, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Torino, 1956, pp. 232 e sgg. Gfr. anche per la degenerazione delle istituzioni, Il voto del Senato, 1 febbraio 1880, Le elezioni generali, 9 maggio 1880, La situazione politica elettorale, 16 maggio 1880, etc.
*) La crisi ministeriale, cdt.
In cerca di conservatori, in La Rassegna settimanale, 23 novembre 1879, dove si parla in termini critici dello scritto di S. JACINI, I conservatori e l'evoluzione naturale dei partiti politici in Italia, ,per quanto Attiene ai rimedi proposti per i mali che vengono denunziati.
ss) La Rassegna settimanale, rispettivamente 10 febbraio 1878 e 18 gennaio 1880.