Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno <1996>   pagina <483>
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Sidney Sonnino e il Torniamo allo Statuto 483
gare a sé. Il Re si senta e si mostri anche il Re dei poveri, il Re degli eselusi da ogni parte del banchetto, il Re degli oppressi politicamente e economicamente; prema, con tutta la grandissima autorità che gli consen­tono e lo Statuto e la fiducia della popolazione, in questo senso, obbli­gando la nostra classe dirigente a uscire dal bizantinismo delle attuali lotte parlamentari e ad occuparsi seriamente di quella legislazione sociale, da cui sola può sperarsi una reazione dall'atonia che invade la nazione; e... renderà con ciò all'Italia un servizio non minore di quello di averla costituita ad unità ed indipendenza .M)
Per Sonnino dunque il ruolo dell'istituto monarchico non è quello di rimediare soltanto a certe disfunzioni delle istituzioni, ma è visto come parte costitutiva e integrante del sistema liberale rappresentativo, che pre­senta tendenze degenerative proprio se esso è carente. Quindi la monar­chia deve farsi, per quanto le compete, centro propulsore di iniziativa politica, altrimenti prevale il parlamentarismo che, come espressione di debolezza del potere esecutivo, per sua natura invece promotore dell'inte­resse generale, comporta la prevaricazione degli interessi più forti, setto­riali, particolari o locali addirittura. Con l'interesse generale acrificato e la degenerazione delle istituzioni, viene meno anche il senso dello Stato. Il problema è allora di dare più consistenza agli argini istituzionali, recu­perando il principio della retta distribuzione dei poteri, in maniera che la dialettica politica che si svolge al loro interno non debordi, creando quegli effetti di frammentazione, disgregazione e instabilità, che vanno in senso contrario all'esigenza, da Sonnino fortemente sentita, di maggiore coesione e omogeneità della classe dirigente e di unificazione nazionale. In questo ambito il governo, che è anche portavoce della maggioranza parlamentare , può però, come si è ricordato, effettivamente perseguire l'interesse generale non in quanto sua espressione, ma perché deve agire come organo della Corona, che incarna tale interesse e personifica lo Stato nella continuità della sua vita, mentre la Camera, che è il principale potere legislativo, deve al riguardo prevalentemente limitare la sua azione al sindacato e al controllo dell'esecutivo. Neppure i ricordati benefici pro­dotti dall'introduzione del suffragio universale, anche in termini di stabilità di governo e rappresentanza degli interessi, avrebbero potuto sopperire, come si è visto, o andare disgiunti dal principio della separazione dei poteri e dalle sue conseguenze, per quanto riguarda la possibilità di conformarsi costantemente ad un criterio di utilità generale, anche perché con esso si avrebbero pur sempre governi di parte, suscettibili di venir meno appena mutino le maggioranze parlamentari.
La conseguenza da trarre dalle inizialmente ricordate precisazioni, per come sono state svolte e argomentate da Sonnino sulla base della neces-
) Ibidem.