Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno
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1996
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pagina
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493
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. Sidney Sonnino e il Torniamo allo Statuto 493
Per un altro verso, la teorizzazione di Sonnino diventa contestualmente, anche per sua intima logica, proposta politica; teoria e prassi, per così dire, convergono e si unificano. Siccome si tratta di rafforzare, contro il parlamentarismo, la sostanza liberale delle istituzioni tramite la separazione dei poteri, e di difenderla contro socialismo e clericalismo che la minacciano, questo è compito delle forze liberali che, in quanto tali, per loro natura, devono far valere questi obbiettivi, tendere a questo scopo, mettendo fine alla disunione. Mancare a tale compito significherebbe tradire la propria vocazione e insieme una sorta di suicidio politico. Fino ad ora, di fronte ai crescenti pericoli, lo Stato liberale sta ogni giorno più demolendo spensieratamente le proprie difese. Togliesi ogni credito, ogni prestigio al Parlamento, volendone far riposare tutta l'azione sulla necessità di un conflitto continuo d'interessi locali e personali e facendo del dissidio e della lotta le condizioni di vita e di funzionamento del governo della cosa pubblica. E allo stesso tempo togliesi credito e prestigio al Principato, che dovrebbe formare la spina dorsale dell'organismo politico, che dovrebbe incarnare l'idea dello Stato difensore, non soverchiatore della libertà, impersonando l'interesse generale in quanto diventa condizione e mezzo di tutela dell'interesse individuale del maggior numero e del libero svolgimento della personalità umana .l20)
Fra poco però si sarebbe dovuto scegliere: Vogliamo noi un'Italia clericale, liberale-temperata o radical-socialista? .m) In tale prospettiva, il dividere normalmente e stabilmente il partito liberale temperato in due
del parlamento. Ai framtendimenti succedevano così gli equivoci e le confusioni. A tìtolo esemplificativo, v. Il Corriere della sera, 3-4 gennaio 1897 e 9-10 gennaio 1897, articoli di Michele Torraca Pericoloso consiglio e Nei confini dello Statuto , oppure L. MORTARA, Statuto, Corona e Parlamento, in La Riforma sociale, febbraio 1897, pp. 175-185, in particolare pp. 177-178. Per quanto riguarda la storiografia, è talmente diffusa l'idea di un suo proposito di restrizione del sistema liberale a vantaggio del potere monarchico, che è superfluo citare esempi. La base comune di tale convincimento, in linea con le critiche dei contemporanei, è l'attribuzione a Sonnino della volontà di instaurare il cancellierato alla tedesca o comunque una forma di governo, come vien detto, costituzionale puro, con i ministri responsabili nei confronti del re (v. par. 4). Trascurando l'interpretazione che egli dà delia separazione dei poteri e della sua applicazione, sfugge anche l'accezione che ha in Sonnino il concetto di governo forte, inteso solitamente come autoritario e illiberale. Sfugge ancora, in conseguenza, che per Sonnino non è adeguata e resta estrinseca, non rende cioè ragione del contenuto del suo pensiero, la definizione di regime costituzionale contrapposto a parlamentare (v. par. 4).
12) Torniamo allo Statuto, cit., p. 592. Gfr. anche la parte finale della citata lettera a Fusinato, Carteggo, cit., p. 213.
121> Torniamo allo Statuto, cit,, p. 595.