Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
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1996
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516
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516 Libri e periodici
tivamente acquisito il fatto che all'inizio della sua attività di governo Cavour ritenesse che la liberazione dell'Italia dal predominio asburgico potesse realizzarsi ancora secondo lo schema elaborato dai liberali prima del 1848 (compenso balcanico, regno dell'Italia settentrionale sotto i Savoia, confederazione, ecc.). Soltanto quando si rese conto che tutto il lavorio diplomatico per risolvere la questione italiana mediante accordi di tipo tradizionale tra le grandi potenze non portava a nessun risultato concreto, Cavour si convinse che era necessaria una guerra che rompesse il vecchio equilibrio imposto all'Europa dal Congresso di Vienna, per fondare un nuovo ordine basato sul diritto delle nazioni alla liberta.
FILIPPO RONCHI
11 concetto di amicizia nella storia della cultura europea. Atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi (Merano 9-11 maggio 1994); Merano, Accademia di Studi Italo-Tedeschi, 1995, in 8, pp. XX-766. L. 78.000.
Con la storia posta in testa alle discipline rappresentate nel convegno (prevedibilmente, e con correttezza, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura, nell'ordine ulteriore) sarebbe stato ragionevole supporre che il romanticismo europeo, l'Ottocento italiano ed in particolare il Risorgimento avrebbero potuto godere di distinta considerazione, un personaggio come Mazzini venendo a costituire una sorta di summa, o di pietra di paragone, se si preferisce, per tutt'e tre i grandi movimenti culturali e periodi storico-politici accennati, e proprio in quella chiave d'interpretazione e validità della societas, un po' a tutti i livelli, al cui studio programmaticamente s'indirizzava.
Purtroppo così non è stato, e non solo Mazzini non è stato neppure mai nominato né alcuno storico ha preso parte ai lavori dell'assemblea altoatesina, a parte Aldo Stella (ma solo per rammaricarsi di non aver potuto elaborare un intervento sul concetto di amicizia nell'illuminismo religioso so-ciniano, che dalla Patavina libertas conduce a Priestley ed a Jefferson) ma quegli stessi movimenti e periodi sono risultati complessivamente emarginali e subordinati sotto il profilo politico, mentre rilevante ne è stata la valutazione letteraria, dalla quale ci proveremo quindi ad estrarre qualche spunto e suggerimento di potenziale utilità per i nostri studi.
In realtà, la matrice cattolica e l'ispirazione filosofica del convegno hanno fortemente privilegiato la fase antichdstica-medievale del problema, dalla prima organica sistemazione aristotelica, dopo i sempre geniali approcci platonici del Liside, al De amicitia ciceroniano giù giù attraverso l'esperienza drammaticamente sofferta di Agostino, l'esemplarità della coppia Basilio-Gregorio di Na-zianzo e di quella cistercense Bernardo-Aelredo del XII secolo, fino al ripensamento tomistico ed alla saldatura umanistica, dove il discorso, pur non attenendo ai nostri presenti interessi, si fa più tangibilmente sociale e latamente politico, dall'Alberti ad Enea Silvio ed alla filosofia cortigiana, che significativamente si esaurisce alle soglie della Controriforma (un profano non può non rimaner colpito dal silenzio su Seneca e su Leibniz, all'esordio ed alla fine di tutta questa parabola).
Col pietismo tedesco di primo Settecento, fino alle grandi soluzioni di pensiero di Klopstock e di Lessing, magistralmente esposte da Luigi Quattrocchi, il silenzio di un paio di secoli s'interrompe in Germania, e proprio nella chiave costruttivamente sociale al cui abbandono si era dovuto rassegnare il Rinascimento, fino alle impreviste spregiudicatezze kantiane sulle quali s'intrattiene in modo brillante il Marcucci ed agli straordinari sodalizi dei decenni rivoluzionari, sui quali si sarebbe amato un certo maggior appro-