Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno <1996>   pagina <519>
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Libri e periodici
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mercato, è appagante per il lettore che vuol conoscere indiscrezioni, fatterelli e pettegolezzi del nostro Risorgimento. Anche se il racconto per il mestiere dell'autore fluisce limpido e veloce, come si conviene del resto alla natura stessa della materia trattata, e non vi sono appesantimenti critici e storiogra­fici, deve sottolinearsi il rigore dell'indagine di base e rimarcare la tensione autenticamente culturale del divulgatore coscienzioso. Il volume è edito da Arnoldo Mondadori nella fortunata collana Le Scie , in cui lo stesso Spi­nosa finora ha pubblicato ben nove monografie: editore ed autore, quindi, sanno bene dove mettere le mani e come usarle per venire incontro al let­tore appassionato di storia, il quale vuol conoscere i fatti del passato, e i personaggi che li vivono, raccontati con verità, ma allo stesso tempo non vuole eccessivamente impegnarsi nello studio di testi stancanti per il cumulo di ap­parati storico-critici e per la pedanteria accademica.
Il libro meomincia con il racconto del rapporto di Giulia Colbert Fal-letti di Barolo con Silvio Pellico, aperto dalla lettera che la nobildonna manda allo scrittore in data 5 novembre 1832 e chiuso dalla solitudine, cara di ri­cordi e consumata in opere di beneficenza, dopo la morte di Pellico, avvenuta dieci anni prima della sua. H matrimonio di Teresa Casati con Federico Con-talonieri e la partecipazione sofferta della sposa alle traversie politiche del ma­rito occupano il secondo capitolo del libro, ricche come sono di notizie ine­renti ai movimenti insurrezionali milanesi, alle persecuzioni subite con la condanna al carcere, ma soprattutto al grande amore che si intesse tra i due con una corrispondenza a tratti commovente.
La Arconati, che ha nome Costanza quasi in rispondenza della virtù che vive intensamente nella difficile unione con il cugino Giuseppe Arconati Vi­sconti, è la terza eroina trattata dallo Spinosa, che mette in luce le ansie di una vita travagliata in famiglia e fitta di grandi dolori, come la fine dei due figli, oltre le sofferenze che le procura la posizione politica del coniuge, ma pure lumeggia l'intensa attività pubblica e mondana di una protagonista di spicco. La squisitezza dei tratti e l'amorevolezza di Giuditta Bellerio Sidoli alleviano in qualche modo le tristezze di Mazzini: l'intenso rapporto è raccon­tato con vivezza oltre tutto d'immaginazione letteraria, ma è fìtto di riferi­menti alle ragioni complesse e varie ai ordine politico, le quali lo sostanziano e lo rendono più fascinoso.
La giovane Adelaide Bono di Belgirate, la quale, diciassettenne, sposa il professor Carlo Cairoli, che ha quasi cinquant'anni, è la protagonista del quinto capitolo del libro; fedele custode della buona tradizione familiare, compie sa­crifici in nome degli ideali che si perseguono in casa. Non ha comportamento uguale Anna Schiaffino, che sposa Stefano Giustiniani, ma s'innamora di Ca­millo Benso di Cavour con una passione platonica ma non troppo, anzi tanto sconvolgente da portare alla tragedia del suicidio finale. Non è meno singolare la storia di (Sistina Trivulzio, che convola a nozze con Emilio Bar-biano di Belgioioso dopo che è uscita di tutela, ma ha incontri amorosi di­versi, tra i quali quello con il marchese di La Fayette. Così ha risvolti umani la vicenda di Maria Teresa Serego Alighieri, maritata con il cugino Giovanni Gozzadini ma in confidenza pure con il poeta Andrea Mafrei, sposo separato di Clara Carrara Spinelli, di cui al capitolo successivo si narrano i fatti.
Tutte queste donne hanno un ruolo di primo piano nelle vicende risorgi­mentali: lo svolgono attraverso impegno assiduo, pur tra mondanità e tensioni culturali, amori più o meno facili e dedizione alla causa politica. Non sono meno efficaci gli esempi degli ultimi tre capitoli del volume, dedicati a Olim­pia Rossi Savio di Bernsteil, madre affranta che forse riesce a consolare per qualche ora l'incontro con Garibaldi nel 1861 a Torino, ad Antonietta de Pace, una protagonista, la cui memoria a Napoli si dovrebbe un po' più ono­rare, e alla spregiudicata Virginia Oldoini, figlia illegittima secondo alcuni di