Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno <1996>   pagina <529>
immagine non disponibile

Libri e periodici
nomi del patriziato di Venezia, che nel delta aveva interessi e terre, contadini e dimore, sono soltanto il ricordo di un passato opulento e raffinato.
L'Autore, infine, si sofferma anche sulla storia amministrativa della pro­pria terra, evidenziando la politica locale, che ha nell'istituto della Provincia il punto convergente di molteplici interessi e progetti, di diverse ambizioni ed aspettative della nascente classe dirigente locale, chiamata a gestire la cosa pub­blica, per mezzo della istituzione, voluta dalla Destra a garanzia dell'unità nazionale. Accantonati sia il progetto regionalista di Minghetti sia le precedenti posizioni decentraliste di epoca pre-unitaria, la classe dirigente del Regno d'Ita­lia opta per il modello amministrativo francese; accentramento ulteriormente rafforzato, nel 1865. La provincia, recita la legge, è un ente autarchico terri­toriale a capo del quale vi è, in rappresentanza del governo, il prefetto, che ha anche funzioni di sorveglianza e controllo sull'intera amministrazione, sui Comuni e sulle opere pie ed enti morali della provincia medesima.
Anche a Rovigo, con atteggiamenti e procedure simili a Parma come a Siracusa, il prefetto è depositario di poteri estesi che egli esercita al servizio e per conto del governo, e ciò si manifesta soprattutto in campagna elettorale, quando l'alto funzionario diventa lo strumento indispensabile per la vittoria delle forze governative. Così, con le onorificenze e la censura, i finanziamenti per i lavori pubblici ed altro, i prefetti Allievi e Bertini, Miani e Homodei orientano efficacemente l'esiguo elettorato della provincia padana, assicurando sempre all'Esecutivo l'appoggio sicuro di deputali fedeli.
Il contributo di Andrei ni per la migliore comprensione della storia pole-sana, termina negli anni in cui si radicalizzano, anche nelle terre tra Adige e Po, le lotte sociali. Miseria e difficile congiuntura occupazionale, aspirazioni nuove e malessere si intrecciano ora con la nascente emigrazione vero dram­ma del Veneto! ; mentre il ceto bracciantile, con atteggiamenti e opzioni simili alle genti di Mantova e Bologna, Reggio e Ferrara, matura politicamente e si organizza nelle prime leghe contadine. Ciò accade per l'iniziativa di gio­vani intellettuali, che sono portatori di ideali nuovi e di inediti programmi di riscatto. Essi contribuiscono, pure in Polesine, alla diffusione del Socialismo, la nuova corrente di pensiero che là si affianca alla tradizione repubblicana di Alberto e Jessie Mario. Nicola Badaloni e Remo Fabbris, le Leghe e gli scio­peri della boje caratterizzeranno, negli anni a venire, la nuova storia di quelle terre.
ALESSANDRO MANCINI-BARBIERI
L'ospedale dei pazzi di Roma dai papi al '900. Voi, I: Fonti per la storia della follia: Santa Maria della Pietà e il suo archivio storico, Secc. XVI-XX, a cura di Anna Lia Bonella; Voi. II: Lineamenti di assistenza e cura a poveri e dementi (Provincia di Roma-Prisma, 35 e 36); 2 voli., Bari, Dedalo, 1994, in 8, pp. 291, 440. L. 30.000 40.000.
Osservare che i due volumi documentano la storia, in gran parte inedita, del manicomio di Roma significa ridurre il rilievo dell'opera, attenta e capil­lare nella ricostruzione dei fatti attinenti le questioni psichiatriche, quanto densa ed informata nell'indagine delle lunghe vicende storiche.
Già nel volume 11 Lazio, curato -da Alberto Caracciolo, Maura Piccialuti Caprioli aveva offerto una sobria ed efficace sintesi del complesso cammino del Manicomio di S Maria della Pietà a partire dal 1872. Una disamina su un arco cronologico più largo è stata compiuta da Lo Cascio e Citterio nel secondo dei volumi commemorativi dell'unità, pubblicati nel 1970.
Chi scrive, nel consultare gli atti del consiglio provinciale di Roma dal