Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno
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1996
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pagina
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531
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Libri e periodici 531
del raggiungimento dell'Unità della nazione. I contributi illuminano i diversi aspetti assunti dalla ripresa della vita claustrale, rapportata alle analoghe iniziative europee ed extraeuropee di rinnovamento dell'ideale monastico, le quali sono confluite nella comune impresa della istituzione della Confederazione benedettina e della riapertura del collegio di Sant'Anselmo in Roma. Queste ragioni possono definirsi interne all'ordine, nel senso restrittivo dell'aggettivazione, perché il quadro di riferimento, su cui influiscono come fattori d'indubbia rilevanza i benedettini e da cui prendono le mosse 'per la loro ripresa, si distende tra il concilio di Pio IX e l'ultimo, quello di Giovanni XXIII e di Paolo VI, è travagliato dalla Questione romana , che è causa della profonda crisi tra mondo cattolico e politica, contiene le due guerre mondiali con 1 rivolgimenti conseguenti di assetto politico, economico e sociale dell'Europa e si proietta sul rinnovamento dei tempi a cavallo tra la fine del secondo e l'avvio del terzo millennio cristiano.
Tutta la problematica relativa al benedettinismo italiano nell'arco tempo rale così definito è presentata da Gregorio Penco con chiarezza di ragionamento ed evitando ogni calibratura artificiosa; in effetti, il rigore dello storico non cede ad alcun tatticismo di prudenza per dare contezza di ogni vicenda che attraversa il mondo monastico benedettino, non escluse le contrapposizioni che lo distinguono e che, in fondo, sono la prova più autentica della sua vitalità, come, per esempio, quella tra Subiaco e Montecassino quanto alla rappresentatività della propria tradizione.
L'articolazione degli atti di nostro interesse può schematizzarsi in tre sezioni ben distinte: la prima è dedicata alla situazione dei vari tronconi monastici della spiritualità benedettina nei cento anni e passa del tempo considerato; la seconda è riservata ad aspetti particolari, però non marginali, dell'assetto dell'ordine nei riflessi della cultura esterna; la terza, di argomenti non rigorosamente attinenti all'arco di tempo studiato, è comunque di grossa rilevanza per la conoscenza delle vicende del monachesimo italiano derivato da San Benedetto e dalla sua regola. A proposito di quest'ultima, una citazione mi viene spontanea ed in certo senso ha pertinenza con il tema: nella prestigiosa collana degli scrittori greci e latini della fondazione Lorenzo Valla, edita da Arnoldo Mondadori, da qualche mese è uscito un volume di buon rilievo critico dal titolo: La Regola di San Benedetto e le Regole dei Padri, curato con perizia da Salvatore Pricoco; si tratta di uno studio esegetico, ricco di riferimenti e di notizie utili, il quale per certi versi fa giustizia delle riproposte che si sono avute in questi ultimi anni del testo fondamentale di un ordine, che in verità si diffonde largamente in Europa nell'età carolingia, per l'opera riformatrice di un patrizio visigoto, l'abate Benedetto di Aniane, il quale riduce ad unità legislativa i monasteri dell'impero, applicando l'indirizzo politico di Carlo Magno e di Ludovico il Pio.
Tornando al nostro discorso particolare, se la lezione del Penco può considerarsi introduzione generale al tema, rinquadratura che dà al suo lavoro, I monasteri italiani e la confederazione benedettina, Giuseppe Tamburrino, non solo immette con proprietà nel discorso successivo specializzato, ma definisce i dati di partenza e di arrivo del benedettinismo nostrano nella seconda metà del secolo XIX e nella prima metà del secolo XX. In effetti, Penco e Tamburrino introducono in maniera chiara alle singole trattazioni sulle ramificazioni organizzative del movimento monastico nell'ultimo secolo e mezzo e concorrono, quindi, in maniera valida a dare organicità e impostazione unitaria al volume.
Lo sviluppo della congregazione cassinese della primitiva osservanza, detta sublacense e germinata nei due monasteri di Subiaco, viene analizzato in termini severi da Giovanni Lunardi; detta relazione trova il suo completamento in quella di Giovanni Mongelli di Montevergine, il quale approfondisce le ra-