Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno <1996>   pagina <532>
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532 Libri e periodici
gioni della nascita della congregazione verginiana e del suo pieno inserimento nella congregazione sublacense. Delle vicissitudini dei camaldolesi, che, nell'età contemporanea, tra il 1830 e il 1950 entrano in crisi, si trasformano e rina­scono come movimento monastico, e dei vallombrosani benedettini, che pur at­traversano in tale periodo momenti di sbandamento, s'interessano rispettiva­mente Giuseppe M. Croce e Luca Bernardo Giustarini, dando appord originali e sviluppando argomentazioni serrate. Roberto Donghi, il Croce e Giovanni Leoncini pubblicano studi di approfondimento sugli stati monastici Olivetani, basiliani e certosini, dando riferimenti precisi a documentazioni inedite e spunti motivati per ulteriori ricerche specifiche.
Nel quadro dei tronconi della spiritualità benedettina tra Ottocento e Novecento, un settore particolare è quello delle monache, rientranti, beninteso, a pieno diritto nel discorso fatto, ma con aspetti peculiari. In merito svolgono relazioni dettagliate e puntuali Maria Ildegarde Sutto sui monasteri femminili italiani dopo il tempo delle soppressioni, Gian Lodovico Masetti Zannini, che limita la sua indagine alla Romagna, e Gaetano Zito, che illustra la genesi e le vicende delle benedettine dell'adorazione perpetua.
Nella seconda sezione del volume si classificano i saggi del Trolese sugli impegni dei benedettini italiani per il movimento liturgico, con particolare rife­rimento al lavoro svolto attorno alla Rivista liturgica, e di Valerio Cattana sulla storiografia e sull'erudizione monastica tra Ottocento e Novecento: sono due ricerche di buona calibratura, alle quali si aggiunge il contributo pur valido di Francesco Senatore sulla storiografia nella badia di Cava negli ultimi due secoli con attenzione speciale alla storia del Codex diplomaticus cavensis, come tutti gli altri testi corredato di documenti inediti, che si riportano in appendice.
GAETANO ANDRISANI
DANIEL J. GRANGE, L'Italie et la Mediterranée (1396-1911). Les fondements d'une politique étrangère, préface de J. B. DUROSELLE (Collection de l'École francaise de Rome, 197); 2 voli., Rome, École francaise de Rome, 1994, in 8, pp. XIII-1702. F.F. 500.
In un filone storiografico ormai consolidato, che ha visto nascere nel 1974 il Comitato italo-francese di studi storici, e che, per quanto riguarda anni rela­tivamente recenti, ha offerto contributi come lo studio di Pierre Milza, edito sempre a cura dell'École francaise (1981) e dedicato ai presupposti del rappro-chement franco-italiano del 1902, significativamente si colloca ce livre monu­mentai , come lo ha giustamente definito Duroselle, dello storico savoiardo che ha già dedicato diverse sue indagini a vari aspetti sociali ed economici dell'età gioii ttìana.
Va innanzi tutto detto che la vastissima trattazione di Grange poggia su una solida base metodologica che ne costituisce la premessa e il punto d'ar­rivo, in quanto essa stessa è frutto di riflessione e di un meditato filtraggio di modelli interpretativi, teorie sociologiche e ricostruzioni storico-politiche che hanno consentito all'Autore di prendere, nello stesso tempo, le distanze da una vistone di genere dell'Italia nell'età del decollo industriale e di ridisegnare un'immagine dell'ultima delle grandi potenze non originale a tutti i costi ma piuttosto giustamente incastonata, senza soluzioni di continuità, nella propria tradizione storica, e realisticamente e necessariamente collegata, nel delicato momento di trapasso di fine-inizio secolo, al consesso internazionale delle po­tenze in espansione,