Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
anno <1996>   pagina <535>
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Libri e periodici 535
detto periodo. La pubblicazione di questi Atti, d'altra parte, era già stata vo­luta dallo stesso Lemmi che bene aveva compreso la necessità di dimostrate una volta di più a tutti, e soprattutto al mondo profano, che la Massoneria non si preoccupa che degli interessi dell'umanità e del paese . Ci sembra perciò doveroso richiamare l'attenzione del lettore sulla importanza di que­sto arco di tempo, caratterizzato dalla rinascita attiva della Massoneria voluta dal Lemmi e dalla successiva crisi che porterà alle soglie della divisione del 1908. Ci pare necessario soffermarci, seppur brevemente, sulla figura e sul la­voro svolto dal Lemmi all'interno dell'Istituzione negli anni precedenti tale convegno per meglio comprenderne la scelta degli argomenti, incentrati sulle riforme sociali e non su temi politici come invece ci si sarebbe potuto aspet­tare in un momento in cui la figura di Crispi era causa di molteplici disor­dini all'interno dell'Ordine.
Assunta la Gran Maestranza nel 1885, Lemmi si era subito preoccupato di risollevare le sorti dell'Istituzione rendendola potente, compatta e, soprat­tutto, operosa e a tal scopo aveva cercato di dotare il Grande Oriente di mezzi finanziari adeguati al raggiungimento del suo fine ultimo che puntava a fare dell'Ordine la guida e la spina dorsale dello Stato. Egli era consapevole che il creare una base finanziaria sicura poteva evitare che un giorno la Massoneria potesse essere lottizzata dalle diverse sue componenti ideologiche, [..] o soggetta alle pressioni degli uomini che di quando in quando le avreb­bero offerto il necessario per la stentata sopravvivenza [...] . Una volta crea­tasi l'immagine di onnipotenza anche finanziaria, infatti, l'Istituzione divenne il fulcro attorno al quale si riunirono tutti coloro che credevano che essa potesse fungere da leva per la trasformazione politico-sociale in direzione pro­gressista. Fu così che, a partire dall'ultimo decennio del secolo che si apriva col Patto di Roma , segnava la costituzione del Partito dei lavoratori ita­liani, operava la prima democrazia cristiana di don Romolo Murri e don Davide Albertario la Massoneria, non potendo esimersi dall'assumere una posizione definita al fine di conquistare o comunque controllare il potere, ac­celerò il processo di totale politicizzazione, la cui necessità, già affermata sin dal 1874 dal Gran Maestro Giuseppe Mazzoni e, quattro anni prima, anche da Federico Campanella, ribaltava il precetto andersoniano di astensione da di­scussioni di natura politica e religiosa, precetto che, però, non aveva mai ot­tenuto in Italia un unanime consenso. Era dunque giunto il momento di far molto, far presto, far bene esercitando un controllo sul potere e, soprattutto, sugli uomini che erano al potere. Naturalmente per far ciò era necessario un Grande Oriente forte e solenne, punto di riferimento dell'intera famiglia mas­sonica, e il viaggio che Lemmi intraprese nel 1892 attraverso le principali Valli della penisola non fece che suggellare la compattezza, l'efficienza e la capacità organizzativa cui era giunta l'Istituzione sotto la guida di Lemmi.
Il germe della futura scissione cominciò ad evidenziarsi a causa della per­fetta sintonia esistente tta il Gran Maestro e Francesco Crispi, allora presi­dente del Consiglio, il cui indirizzo politico urtava contro una larga parte dei Fratelli di orientamento radicale e democratico. Il 20 settembre 1894 segnò dunque l'inizio di una spaccatura all'interno dell'Ordine fra Lemmi, Crispi, Carducci e i Fratelli al governo del paese da una parte e i radicali, anarchici e socialisti che proprio in quegli anni erano confluiti numerosi nelle file della Massoneria dall'altra: Crispi infatti, di ftonte al vescovo di Napoli aveva sug­gellato la lunga serie di soprusi, arbitri, manipolazioni processuali [...] com­piuti ai danni degli anarchici e dei socialisti, nonché le tre leggi del 19 lu­glio dirette alla repressione dell'anarchismo . Il 20 settembre di quello stesso anno perciò, per evitare che la conferenza massonica di Milano degenerasse in un referendum prò o contro Crispi che, tra l'altro, era investito in pieno dallo scandalo della Banca Romana, Lemmi r ribadì l'estraneità dell'Ordine dalle mene