Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Sidney Sonnino. Secoli XIX-XX
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1996
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pagina
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537
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Libri e periodici 537
corso di stampa uno studio approntato da un altro giovane studioso già recensito in questa Rivista a. LXXXI, fase. IV, ottobre-dicembre 1994, p. 556 , Alberto Brambilla) sono conosciuti dagli specialisti, ma, come annota Cavaglion, è fortemente dubbio che i giovani che scendono nelle piazze per manifestare a favore di una società multietnica, che chiedono assemblee scolastiche contro i naziskins abbiano la consapevolezza dell'esistenza, nel passato recente di cjue-sta Italia scombinata, di personaggi [...] nobili in fatto di primogenitura antirazziale (p. 45).
Anche per questo motivo la presente antologia di Cavaglion merita di essere letta e apprezzata.
CLAUDIO SPIRONELLI
BRUNO MAIER, L'assente; Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1994, in 8, pp. 285. S.p.
Bruno Maier è stato professore universitario affermato presso l'Ateneo triestino. Nella sua vasta produzione critica e saggistica si segnalano notevoli contributi su numerosi autori, periodi e problemi della nostra letteratura, che hanno ricevuto consensi da uomini di grande prestigio, come Benedetto Croce e Giuseppe Prezzolini. Sulla letteratura triestina restano fondamentali i suoi libri La letteratura triestina del Novecento (1969), Saggi sulla letteratura triestina del Novecento (1972), Dimensione Trieste (1987) e II gioco dell'alfabeto (1990); e una monografia su Italo Svevo (1968), che ha avuto diverse edizioni.
Ora L'assente traccia un'autobiografia del docente universitario con le sue ansie di carriera e le sue debolezze per raggiungere l'ordinariato, traguardo che lo ha collocato tra i baroni in una posizione di privilegio.
Molto acuta e realistica risulta l'analisi introspettiva del suo credo culturale, oscillante tra un liberalismo aristocratico di fondo e uno sfumato socialismo, quest'ultimo subito rientrato all'indomani del secondo conflitto mondiale, quando i comunisti giuliani propugnavano l'annessione di Trieste e dell'Istria (Maier è nato a Capodistria) alla Jugoslavia di Tito.
Giovane universitario, impegnato in un semiserio conflitto personale con il fascismo, ha insegnato tra il 1941 e il 1943 nel Seminario della sua città, dove ha avuto modo di incontrare una eminente personalità di sacerdote, don Marcello Labor, amico, collaboratore e corrispondente epistolare di Scipio Slataper. Ha vissuto la lunga carriera accademica ritirato nel privato , assumendo un atteggiamento che si può qualificare come individualismo. Questo individualismo, tuttavia, lo ha salvato dalla tentazione politica che sottrae spesso alla ricerca brillanti intelligenze , sia dalle ambizioni di governo universitario.
In questa sua posizione Bruno Maier può essere opportunamente considerato un presente, non un assente come altri suoi coHeghi nel magistero universitario, che in lui è stato sempre ad alto livello. NéX'otium del privato Maier è stato un lavoratore instancabile in una temperie culturale dominata dalla presenza e dalla lezione di Croce (e di Fubìni), che in questo suo primo e ultimo romanzo egli rappresenta con una sottile sensibilità che si potrebbe definire sveviana. Ma il libro contiene anche il protratto esame di coscienza dell'autore; il quale si compiace della sua strenua e rigorosa introspezione, che mette a nudo anche le fragilità personali con un senso superiore di ironia e di eticità.
PIETRO ZOVATTO