Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Commemorazioni. Vittorio Emanuele Giuntella
anno <1997>   pagina <4>
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2 Afflici scompartì
conflitto dopo la Conciliazione); forte rimarrà il legame con quell'associa­zione cattolica e con le caratteristiche che questa aveva assunto soprattutto ad opera dell'assistente G. B. Montini, che in Coscienza universitaria esal­tava lo spirito critico (penso, ad esempio, a certe tendenze preconciliari di Vittorio in campo liturgico e al suo costante richiamo alla Bibbia, da lui studiata e meditata in tempi nei quali era trascurata in altri ambienti del mondo cattolico -italiano); salde molte sue amicizie in quell'ambiente for­matesi; fondamentale il suo amore per la fucina Maria Loreta Nicol ini, che sposerà il 26 gennaio del 1942 e con la quale condividerà le gioie, e i do­lori, di una famiglia che aumenterà con la nascita di Alberto, Maria Cristi­na, Paolo, Anna Maria e Francesca: il ricordo affettuoso di Loreta sarà forte e costante in Vittorio dopo la morte di lei nel 1974.
Circa la carriera di Giumella al Senato, va detto che, dopo essere stato resocontista, fu segretario di commissioni parlamentari, conoscendo così, particolarmente al tempo della Costituente, diverse notevoli persona­lità e acquistando una esperienza che lo aiutò a comprendere la concretez­za della vita pubblica e della lotta politica. Divenne poi bibliotecario ed infine vicedirettore e, dal 1965 al 1973, direttore della Biblioteca del Se­nato. Molti ancora possono ricordare, di lui che fu anche autore di lavori bibliografici, la competenza e la signorilità con la quale svolse quell'alta funzione. Della sua generosa umanità e del suo vivo senso della funzione sociale della cultura dà poi testimonianza, non solo l'opera svolta a favore dei parlamenta ri, ma pure quella a favore di studiosi esterni: e molti can­didati, di quegli anni, alla libera docenza (di ogni orientamento ideologico e politico) hanno avuto modo di vedere quanto egli si prodigasse soprat­tutto a vantaggio di coloro che, provenendo da varie parti d'Italia, dove­vano preparare in poche ore la prescritta lezione incontrando grandi diffi­coltà per raggiungere biblioteche lontane e con orari di apertura assai ridotti.
Dolorose, ma anche formative esperienze egli dovette superare du­rante la guerra 1940-45. E va detto che l'appartenenza, come ufficiale, al corpo degli Alpini confermò in lui i sentimenti di amicizia e di solidarietà, e soprattutto un modo d'intendere l'amore di Patria che gli apparve più vero e più cristiano di quello, spesso retorico e intriso di odio, allora pre­dicato in Italia. E volle sempre partecipare ai raduni nazionali degli Alpini anche per riaffermare e testimoniare quel sentimento. Con questo spirito egli accettò l'invio in Albania, la guerra in Epiro, la prigionia in Grecia, la difficile situazione fra italiani e slavi del confine orientale, l'internamento, dopo P8 settembre, in Germania e in Polonia.
Rientrato a Roma nel 1945, affiancò al lavoro in Senato (ridotto nella