Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Commemorazioni. Vittorio Emanuele Giuntella
anno
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1997
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pagina
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6
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vengono indicati come quelli della morte della Patria, mentre certamente alimentarono in molti un forte patriottismo, che era il fondamento di una appassionata adesione alla democrazia repubblicana.
Circa la partecipazione, assidua e spesso attiva, di Vittorio ai congressi, allora annuali e poi biennali, dell'Istituto, voglio qui ricordare almeno la sua comunicazione su L'intervento piemontese in Crimea e la neutralità del Belgio {Rassegna storica del Risorgimento, 1952) al XXX congresso di storia del Risorgimento (Palermo, 8-10 novembre 1951) tanto come esempio dell'aprirsi di lui alla problematica delle relazioni internazionali (con larga utilizzazione, non solo di documenti diplomatici, ma delle diverse voci dell'opinione pubblica) quanto per richiamare alla memoria uno dei gruppi di studiosi e congressisti non italiani che egli senti più vicino: quello belga, che allora lo accolse con quella cordiale amicizia che io stesso avrei più tardi sperimentato: Alois Simon, Robert Van Nuffel e Roger Aubert furono fra i suoi amici più cari.
L'impegno principale di Giumella in quegli anni era però diretto alla preparazione della tesi di laurea sulla repubblica romana del 1798-99, discussa nel febbraio 1949. Il testo di essa vedrà la luce qualche anno dopo, col titolo La giacobina repubblica romana (1798-1799). Aspetti e momenti, nell'Archivio della Società Romana di Storia Patria del 1950; la sua bibliografia, riveduta e aggiornata, sarà pubblicata dall'Istituto di Studi Romani nel 1957.
Nella prima opera di Giumella noterei un'attenzione particolare agli aspetti relativi alle istituzioni e al diritto pubblico; così nel secondo capitolo dedicato alla Costituzione della Repubblica Romana (vista in relazione allo sviluppo del costituzionalismo francese mirante ad un rafforzamento dell'esecutivo); così nel terzo ed ultimo capitolo riguardante il Parlamento. B, per una seria conoscenza di quest'ultimo, Vittorio avrebbe dedicato un particolare impegno con la pubblicazione di due volumi di Assemblee della Repubblica Romana (1798-1799) per una collana dell'Accademia dei Lincei: di rilievo, nel primo volume edito nel 1954, la premessa, con considerazioni sull'esperimento costituzionale e la vita delle assemblee, e la nota nella quale emerge la passione del ricercatore e del bibliofilo (si veda anche la bella ristampa da lui curata, nel 1993, del rarissimo Grido dell'Italia del 1799) che compie ad ampio raggio l'indagine volta al ritrovamento delle fonti.
Nell'opera non vi è però solo l'aspetto istituzionale, perché essa mira ad una certa completezza, e tratta di tradizionali aspetti diplomatici (ma particolarmente dei rapporti fra Parigi e Roma), di aspetti finanziari, delle relazioni, entro lo Stato, fra il centro e la periferia, delle motivazioni e degli sviluppi dell'insorgenza. E tratta anche di contrasti interni, fra auto-