Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Commemorazioni. Vittorio Emanuele Giuntella
anno <1997>   pagina <11>
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Amici scomparsi
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ri soprattutto di scrittori francofoni che invocavano un più responsabile impegno del laicato e una riforma nella Chiesa (come Congar), hanno au­spicato e poi seguito il Concilio Vaticano II con grande partecipazione, lieti per le conclusioni che in parte rispondevano a rKjieste già avanzate nel Settecento e nell'Ottocento (da Muratori a Rosmini; e in parte veniva­no incontro ad una maturazione generale e personale che Vittorio ha, con grande efficacia, descritto nel, non solo autobiografico, Itinerario di una generatone dall'integralismo alla libertà religiosa. Riflessioni tra testimonianza e memoria storica.
Come è noto, intomo al 1968 il riformismo entrò in crisi tanto nella Chiesa quanto nell'Italia del centro-sinistra; e anche nell'Università, nella quale sembravano esistere solo rivoluzionari e conservatori. Subentrò divi­sione fra i riformisti, che risultarono spesso incerti e inconcludenti.
L'attenzione di Giuntella agli eventi ed alle tendenze degli anni Ses­santa tanto in campo ecclesiale quanto in quello civile ebbe notevoli rifles­si anche sulla sua attività scientifica. Quegli interessi che avevamo già no­tato in lui ricevettero allora nuovi stimoli, che lo portarono a sviluppare nuove ricerche affrontate anche a partire da nuovi punti di vista, da una nuova sensibilità, cosicché si può forse notare, rispetto ad una sorta di oggettivismo presente nei suoi primi lavori, un certo soggettivismo, che lo portava a scegliere temi ed a sviluppare interpretazioni, che, pur nella empre scrupolosa attenzione alle fonti, facevano maggiormente emergere le tendenze personali.
E, al riguardo, ricordo principalmente lo sviluppo che da quel tempo hanno avuto i suoi studi sull'internamento. Chi è stato suo amico sa quanto l'esperienza del 1943-45 abbia pesato sulla sua vita, quanto, con l'aiuto della sua Loreta (della quale egli avrebbe pubblicato le Lettere a Vittorio nel Lager), egli abbia saputo trarre dalle sofferenze lo stimolo ad una vita operosa e ad un generoso impegno. Fin dall'immediato dopoguer­ra egli aveva sentito il dovere di ricordare, di comprendere e di comunica­re anche alle nuove generazioni una esperienza che giudicava fondamentale per dare salde basi etico-culturali alla nuova Italia democratica. Ora l'impegno civile si traduceva in una più intensa attività sul piano più strettamente scientifico.
Lo svilupparsi dei suoi studi intomo a questo secondo polo d'interesse storiografico può essere seguito anche attraverso la pubblica­zione che egli promosse come segretario del Centro di studi sulla de­portazione e rintemamento dell'Associazione Nazionale ex internati. In­fatti tutti i Quaderni di quel Centro, dal primo numero del 1964 al tredicesimo del 1995 furono curati da Giuntella, che era anche promotore di ricerche e organizzatore di convegni. Sua è la Proposta per una storia