Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Commemorazioni. Vittorio Emanuele Giuntella
anno <1997>   pagina <15>
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Amici scomparsi ***
ricordare la sua antica e ben giustificata diffidenza nei confronti di certe genealogie, che in passato avevano avuto gran credito e ancora trovavano sostenitori in Italia e in Francia: così in un'opera di Paolo Alatri (Profilo storico del cattolicesimo liberale in Italia. Il Settecento: giansenismo, filogianseni­smo e illuminismo cattolico del 1950) come in una di Maurice Vaussard (Jansénisme et gallicanisme aux origines religieuses du Risorgimento del 1959, che Vittorio recensì sulla Rassegna, dichiarando la sua stima per l'autore e per l'opera, ma anche il suo dissenso su questo punto) si tendeva ancora a considerare il giansenismo come la principale radice del cattolicesimo li­berale e di quello democratico, nonostante le precisazioni, sul piano teolo­gico, già avanzate da Arturo Carlo Jemolo. Ora Giuntella non si limita a riaffermare l'importanza delle aperture filodemocratiche dell'antigiansenista Bolgeni e le proprie riserve su quelle dello Spedalieri, ma entra nel più re­cente dibattito (Plongeron, Vovelle...) circa il rapporto fra cristianità e ri­voluzione, fra cristianesimo e democrazia, riconoscendo grave e imperdo­nabile errore attualizzare il passato e assoggettarlo alle scelte ed agli affanni del presente e facendo sua, con una precisazione, un'affermazione di Gabriel Le Bras: la sollecitazione a riformulare le problematiche del passato può venire dalle inquietudini del presente, a condizione, vorrei ag­giungere, che la coscienza dello storico non sonnecchi e sia guardinga. E questa raccomandazione che Giuntella rivolgeva nei suoi ultimi anni credo possa ricordarci lo sforzo di tutta la sua vita di studioso, che, consapevole del necessario e fecondo rapporto fra la soggettività dello storico e l'oggettività del passato umano, pur vivendo intensamente la realtà del suo tempo, intese sempre restare fedele al suo dovere di rigorosa osservanza del metodo scientifico, che impone la disinteressata e spassionata ricerca della verità.
Voglio infine ricordare la presenza e l'influenza di Giuntella in istituti culturali (nazionali e locali) di Roma, nei quali portava la sua saggezza e il suo equilibrio. È stato socio dell'Arcadia (corrispondente dal 1958 e ordi­nario dal 1993) e si mostrava contento perché la sorte gli aveva assegnato il nome (Leucoto Iateate) che già era stato di quel Muratori che egli tanto ammirava anche per le aspirazioni alla riforma nella Chiesa; era Membro Ordinario dell'Istituto Nazionale di Studi Romani dal 1964. Socio effettivo della Società Romana di Storia Patria dal 1952 e revisore dei conti dal '56, ha fatto parte del Consiglio Direttivo della Società, ricopren­do la carica di vice presidente dal 1984. Fu nel Consiglio della Fondazione Primoli.
Non va poi dimenticato il suo apporto alla vita della Rivista di storia della Chiesa in Italia, diretta jda mons. Michele Maccarrone: dal 1966 Vit­torio collaborò alla redazione della rivista e dal 1969 fu nel Consiglio di