Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <19>
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E. Nathan e la politica nazionale 19
capacità di scemare ed annullare la preminenza italiana in quelle regioni. Egli reputava che in politica estera l'Italia, al contrario di tutti gli altri pae­si che fecero i loro affari , si era ridotta a comportarsi come il casto Giuseppe e a prodursi in molteplici giri di valzer senza costrutto, come una signora molto corteggiata che appunto per questo rischiava di rima­nere sul lastrico .3) Lo scacco più grande, in particolare, il paese l'aveva subito a Tunisi ove la lingua italiana era assai diffusa prima di essere so­stituita da quella francese. Ma, osservava amaramente, di Tunisi è meglio non discorrere più a lungo [...] è un argomento che lega la lingua in una conferenza sulla lingua italiana all'estero . Uguale situazione di regresso dell'italiano si doveva a suo parere registrare in Egitto e nella parte euro­pea ed asiatica dell'impero ottomano, fino a giungere alla Tripolitania, ove, sottolineava con un disappunto appena velato, pende ancora la questione indecisa, ma si risolverà senza dubbio, e forse come le altre.
Solo apparentemente estranea, in realtà conseguente alla situazione generale in cui *si trovava il paese, sia come risorse interne che come pre­stigio all'estero, era la questione dell'emigrazione, grande tragedia della po­vertà a livello individuale, ma anche continua ed irrimediabile emorragia di forze vive dal paese che portava necessariamente con sé anche il pericolo di allentamento dei sentimenti di appartenenza nazionale. La necessità di vigilare su questi lavoratori costretti a partire in cerca di fortuna atteneva a suo parere a ragioni di solidarietà e di umanità, ma anche alla possibilità di creare una nuova patria in terre lontane, ove avrebbero potuto nasce­re grandi, fertili, ricche colonie, a noi unite da vincoli imperituri di affetti e di relazioni comuni. Si sarebbe potuta così realizzare una colonizzazio­ne ricca di effetti per la madre patria. E se questa non sarebbe coloniz­zazione più proficua dell'Abissinia non sta a me qui il dire, commentava. In questo senso è chiaro che il raggio di intervento del suo sodalizio, ri­gorosamente limitato alla sfera scolastico-educativa, gli sembrava a dir po­co inadeguato. Accanto a questo egli vedeva un ufficio coloniale statale in grado di occuparsi concretamente delle condizioni di vita e di lavoro delle comunità italiane all'estero.4)
Negli anni seguenti proseguì sporadicamente in questa analisi, tentan­do anche qualche isolato intervento sulla questione,5) ma tutto ciò ebbe
3) Cfir. E. NATHAN, il bivio, in Nuova Antologia, 16 giugno 1904, pp. 674-696.
*) La Società Vanti Alighieri. Conferenza di Emesto Nathan tenuta in Viterbo il porno 20 maggio 1892, Viterbo, 1894.
5) Nel 1902, ad esempio, prese contatti con Bodìo per coinvolgere il Commissariato dell'emigrazione in un progetto di ufficio di collocamento con annessa scuola a Marsiglia e Parigi e in quello di una rivista di propaganda dedicata ai temi dell'emigrazione. Cr. Lette­ra di Nathan a Villari del 24 dicembre 1902, BAV, CV, b. 35, ff. 318.